È una corsa contro il tempo per l’Italia nel caso Alfie Evans: il console italiano a Liverpool si è precipitato in ospedale per tutelare la vita del bambino di fronte alla determinazione della giustizia inglese. Sono minuti di angoscia dopo una giornata di speranza. L’ambasciata italiana a Londra sta cercando di convincere l’ospedale di Liverpool ma, stando a quanto riportato dall’Avvenire, l’operazione diplomatica e giuridica è tutt’altro che scontata essendoci una sentenza esecutiva confermata dalla più alta istanza giudiziaria inglese. Lo spiraglio però si è aperto: il giudice Hayden ha acconsentito ad una udienza con i legali, richiesta dall’ambasciatore italiano che chiede che gli venga concesso il trasferimento in Italia. E Papa Francesco ha lanciato un altro appello per Alfie su Twitter. «Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans, rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento», ha cinguettato il Santo Padre nella speranza che ad Alfie sia concesso di continuare a vivere ricevendo tutte le cure possibili. (agg. di Silvana Palazzo)
L’OSPEDALE DI LIVERPOOL NON RICEVE BAMBIN GESÙ
Il caso di Alfie Evans potrebbe tornare in tribunale. Il processo di distacco dei macchinari che tengono in vita il bambino di 23 mesi è stato sospeso per decisione dello stesso ospedale. Il legale della famiglia sarebbe riuscito a far slittare di mezz’ora l’inizio del distacco. I tempi dunque si sono allungati e, come riporta l’Avvenire online, «una volta cambiata l’ora della procedura rispetto a quanto previsto dal giudice, sarebbe necessario un nuovo pronunciamento dello stesso magistrato per fissare un’altra ora, non bastando più per l’esecutività della sentenza l’autorità dell’ospedale». A Liverpool nel frattempo è arrivata la presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, Mariella Enoc, che attraverso Tg2000 ha fatto sapere di non essere stata ricevuta. «Sento tutta la mia impotenza. Sono qui e sono a disposizione qualsiasi cosa mi chiedano. L’ospedale sa che sono qui ma mi hanno detto che non mi vogliono ricevere». Prima di lasciare Roma la presidente del Bambin Gesù era stata in contatto con la Segreteria di Stato vaticana, con il cardinale Pietro Parolin e con monsignor Angelo Becciu. (agg. di Silvana Palazzo)
ITALIA CONCEDE CITTADINANZA: ENOC “VICINANZA DEL PAPA”
Colpo di scena e qualche speranza di vedere Alfie Evans ancora vivo che salgono dopo quanto successo a Liverpool e a Roma: per prima cosa, un cavillo ha permesso ai genitori del piccolo bimbo inglese di prendere tempo in attesa di qualcosa che possa cambiare radicalmente la situazione, come ad esempio quanto ha appena stabilito la Farnesina dall’Italia. Andiamo con ordine e cominciamo dal “cavillo” per capire cosa ha interrotto la procedura di distacco del respiratore del piccolo Alfie: i genitori sono riusciti ad ottenere mezz’ora in più nell’orario dello spegnimento di tutti i macchinari. A quel punto, sono stati accolti dalla dirigenza dell’ospedale di Liverpool e hanno chiesto (e ottenuto) un ulteriore prolungamento dei tempi appellandosi ad un chiarimento formale della sentenza dell’Alta Corte inglese. Come spiega l’Avvenire, «ad avviso dei legali che assistono la famiglia, una volta cambiata l’ora della procedura rispetto a quanto previsto dal giudice sarebbe necessario un nuovo pronunciamento dello stesso magistrato per fissare un’altra ora non bastando più per l’esecutività della sentenza l’autorità dell’ospedale».
Di fatto il cavillo ha permesso ad Alfie di vivere altre ore in più e ora l’Italia ha fatto la sua mossa per provare a seguire l’appello del Papa: «I ministri degli Esteri, Angelino Alfano, e dell’Interno, Marco Minniti, hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia», spiega una nota della Farnesina. Intanto all’Ansa, la presidente del Bambin Gesù di Roma che ha chiesto il trasferimento del piccolo Alfie nelle proprie strutture, ha portato ai genitori del bimbo il sostegno del Vaticano. «Ho parlato con i genitori, ho portato loro la vicinanza di Papa Francesco, ma anche dei tanti genitori che si trovano nella loro situazione», spiega Mariella Enoc.
FOLLA IN OSPEDALE, “NON STACCATE LA SPINA!”
Le operazioni di distacco dei macchinari che tengono in vita il piccolo Alfie sono cominciate alle ore 14 italiane. Più di cento persone si sono radunate davanti all’ospedale pediatrico Alder Hey dopo l’annuncio dell’avvio delle procedure di distacco. La strada è stata bloccata, quindi la polizia è intervenuta per allontanare una cinquantina di persone che – come riportato dalla Bbc – avevano formato una catena umana scandendo lo slogan “Salvate Alfie Evans”. Altri manifestanti hanno provato a irrompere all’interno della struttura, ma sono stati respinti. I genitori contestano che il bambino di 23 mesi, ricoverato a Liverpool in stato semi-vegetativo per una grave malattia neurodegenerativa, sia in fase terminale e pubblicano immagini e video che mostrano barlumi di coscienza. L’orario dello stop ai macchinari è indicato nel “Piano per la sospensione del trattamento”, un documento di indicazioni trasmesso dall’ospedale di Liverpool al padre del bambino che lo ha pubblicato su Facebook. (agg. di Silvana Palazzo)
CORTE STRASBURGO RESPINGE RICORSO GENITORI
L’Inghilterra in queste ore festeggia la nascita di un piccolissimo bimbo, il terzo “Royal Baby” dei principi William e Kate, ma ne piange un altro (con molta meno “pubblicità”, ovviamente); è Alfie Evans, il piccolo inglese che esattamente come Charlie Gard un anno fa ha lottato per mesi assieme ai propri genitori per non vedere applicata la sentenza approvata dai giudici inglesi che determinava il distacco della spina per il piccolo affetto da grave malattia cerebrale all’ospedale Alder Hey di Liverpool. I genitori avevano fatto appello in tutti i modi per poter concedere più tempo e nuove terapie al piccolo Alfie, chiedendo (proprio come il “fratellino” Charlie Gard) di poter trasferire il bimbo all’ospedale Bambin Gesù di Roma disposto a farsene carico per curarlo e non per staccargli la spina. Era addirittura “sceso in campo” per la difesa di Alfie e di tutte le deboli vite innocenti come la sua, Papa Francesco con un appello pubblico dal Vaticano verso i giudici inglesi. Oggi era attesa la scadenza dell’ultimatum dato dall’ospedale e contemporaneamente la risposta del Corte di Strasburgo dopo l’estremo appello dei genitori Evans: ma la Corte europea dei diritti umani ha rifiutato tutto e ha deciso di non accettare la richiesta di misure per tenerlo in vita. In seguito alla sentenza inglese, alle 14 i medici dovrebbero iniziare a procedere con il distacco della spina e la sospensione dei trattamenti vitali davanti all’impotenza e alla rabbia di mamma, papà e di una parte della nazione inglese meno interessata ai “festeggiamenti” del Royal Baby. Proprio come Charlie, anche in Italia la disputa è stata molto accesa con tanti a sostegno della battaglia portata avanti dagli esperti medici del Bambino Gesù di Roma e con l’appoggio sostanziale del Pontefice: ora non resta che pregare, come ha detto il Papa, per vegliare sulle ultime ore di vita del piccolo Alfie.
“L’UNICO PADRONE DELLA VITA È DIO”
Su richiesta del papà di Alfie Evans, la presidente dell’ospedale vaticano Mariella Enoc è giunta a Liverpool per provare fino all’ultimo a convincere la dirigenza del nosocomio di Liverpool a desistere dall’applicare la sentenza. La Corte ha inoltre rifiutato di domandare al governo di Londra le misure richieste dalla famiglia Evans per tenere in vita il piccolo Alfie: si chiama invece «Piano per la sospensione del trattamento» il documento inquietante che i genitori di Alfie si sono visti recapitare stamattina dai medici che, in molti casi loro malgrado, dovranno applicare la sentenza della Corte inglesi e ora anche Europea. Sono presenti una serie di indicazioni e, tra l’altro, «si afferma che la procedura per il distacco del macchinario per la ventilazione, che tiene in vita il piccolo Alfie, avverrà nello stesso reparto dove il piccolo è ricoverato. Potranno assistere all’operazione i genitori del bambino e altri due membri della famiglia», riporta Tg Com24. Le speranze di vedere una via alternativa al distacco delle macchine si assottigliano sempre di più, mentre intanto risuonano ancora le parole dette dal Papa in piazza San Pietro nella recente udienza generale: «Attiro l’attenzione di nuovo su Vincent Lambert e al piccolo Alfie Evans: vorrei ribadire e confermare che l’unico padrone della vita dall’inizio alla fine naturale è Dio. Il nostro dovere è fare di tutto per custodire la vita. Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia rispettata la vita di tutte le persone e di questi nostri due fratelli, preghiamo in silenzio».