Assolti in secondo grado, oggi la Cassazione dirà la parola definitiva su Amanda Knox e Raffaele Sollecito e su uno dei casi più intricati e sconvolgenti della cronaca recente italiana. Quello dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia ormai quasi sei anni fa, che con l’assoluzione dei due principali sospetti condannati invece in primo grado, sembra destinato a rimanere uno dei tanti misteri irrisolti della cronaca di questo paese. Non saranno presenti in aula i due, e non ci saranno neanche i familiari di Meredith che continuano a chiedere giustizia: “Ci sono ancora domande senza risposta, cerchiamo la verità” dicono. A parlare è Stephanie, la sorella della ragazza uccisa: “Meredith non sarà mai dimenticata ma è importante che ci si ricordi cosa è avvenuto: una bella e giovane ragazza, la mia sorellina, ci è stata strappata troppo presto in modo così brutale con troppi aspetti non chiariti”. Che ringrazia anche tutti coloro che nel mondo hanno sostenuto la sua famiglia in ogni modo. Stephanie ha recentemente dato vita al Fondo Meredith Kercher: le spese legali infatti per la famiglia che vive in Inghilterra sono davvero tante. Quel fondo, quando finalmente il caso verrà chiuso, verrà trasformato in una fondazione caritatevole in ricordo di Meredith. Ma quello che oggi chiedono è giustizia e una parola chiara su cosa successe iella notte del primo novembre 2007 quando, dice, le loro vite cambiarono per sempre con la morte di Meredith.