La “famigerata” patente a punti che pur ha contributo a civilizzare i comportamenti stradali sotto la minaccia delle sanzioni, compie dieci anni. Fu introdotta, infatti, il primo luglio del 2013. E, da allora, e fino allo scorso 31 dicembre, come rivela l’Asps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, nata per diffondere il tema della sicurezza stradale), la perdita di punti ha riguardato 37.634.404 di italiani, per un totale di 85.604.842 punti persi. Mediamente, ogni patentato ha perso 2,275 punti. I migliori si sono rivelati gli over 70, con un media di 1,176 punti persi a testa. Bene anche le donne, che rappresentano il 43,67% delle patenti totali, e che hanno lasciato alla polizia stradale il 25,44% del totale dei punti; gli uomini, che ammontano al 56,33% delle patenti, hanno perso 74,56%. I peggiori, infine, sono stati gli under 20. Tra le violazioni maggiormente effettuate vi sono l’eccesso di velocità, il mancato allacciamento delle cinture, l’attraversamento con il semaforo rosso e l’utilizzo del cellulare alla guida. Le violazioni più gettonate sono le solite: al primo posto la velocità (complici autovelox e misuratori vari), poi le cinture di sicurezza, l’attraversamento semaforico con il rosso e l’uso del cellulare alla guida. Grazie anche al connubio con le regole sull’alcol alla guida più severe, a fronte di 265.(di cui 6.980 mortali) nel 2002, nel 2011 siamo arrivati a 205.638 incidenti (-22,5%), con 3.860 morti (-44,7%).