Per la prima volta c’è una anche una pellerossa fra i sette nuovi santi proclamati oggi da Papa Benedetto XVI. Si tratta di Caterina Tekakwitha, una giovane squaw, cioè un’indiana d’America. Il Pontefice ha canonizzato i sette santi, uomini e donne provenienti da cinque continenti diversi, questa mattina in piazza San Pietro gremita da quarantamila fedeli. “Possa la testimonianza dei nuovi Santi, della loro vita generosamente offerta per amore di Cristo, parlare oggi a tutta la Chiesa, e la loro intercessione possa rafforzarla e sostenerla nella sua missione di annunciare il Vangelo al mondo intero” ha ricordato Benedetto XVI durante la canonizzazione che ha preceduto una grande messa con quattrocento vescovi provenienti da tutto il mondo e numerosi cardinali, i 262 che si sono riuniti per il Sinodo più quelli dei paesi di provenienza dei nuovi santi, tutti canonizzatori. Non è un caso, infatti, che il Pontefice abbia scelto il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II e, soprattutto, l’anno della Fede che ha lo scopo di rilanciare la parola del Vangelo nel mondo. Dopo aver illustrato brevemente, durante la cerimonia, una per una le vite dei nuovi santi, Benedetto XVI conclude l’omelia dicendo. “Questi nuovi Santi, diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale, sono uniti con l’intero Popolo di Dio nel mistero di salvezza di Cristo, il Redentore. Insieme a loro, anche noi qui riuniti con i Padri sinodali venuti da ogni parte del mondo, con le parole del Salmo proclamiamo al Signore che Egli è nostro aiuto e nostro scudo, e lo invochiamo su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo”. E’ così diventata santa la prima pellerossa della storia, Caterina Tekawith che difese sempre strenuamente la sua verginità e, nonostante gli ostacoli posti dalla sua tribù, professò sempre la sua fede cristiana e diffuse il Vangelo per l’intera durata della sua vita. Con lei sono stati canonizzati il giovane catechista Pedro Calungsod che insieme ai missionari gesuiti diffuse la parola di Dio nelle Filippine e si battè perchè i bambini fossero battezzati.
Di fede gesuita anche Jacques Berthieu che diffuse il Vangelo in Madagascar e nemmeno davanti ad un plotone di esecuzione rinnegò la sua fede in Dio. Morì per curare i lebbrosi nell’isola di Molokai, nella Hawaii Maria Anna Barbara Cope mentre Maria Carmen Salles y Baranguera morì giovanissima durante la sua missione di evangelizzazione presso le prostitute e le detenute. E’ diventato santo anche Giovanni Battista Piamarta, sacerdote bresciano che fondò la casa editrice di opere religiose Queriniana che tutt’oggi pubblica testi teologici come “Introduzione al Cristianesimo” stilata da Joseph Ratzinger e che ha ispirato molte generazioni. Infine, Anna Schaffer, laica bavarese testimone del vangelo dal letto su cui era costretta per la sua invalidità e che morì morta nel 1925.