Emergono nuovi dettagli sul soldato Isis arrestato ieri a Torino con il forte sospetto di una vicina preparazione di un attentato terroristico in Italia nelle prossime settimane: secondo quanto riporta il Gazzettino questa mattina, Mouner El Aoual era già stato espulso dal nostro Paese cinque anni fa a Trieste. Era stata una decisione della Prefettura e Questura triestina, come rivela il giudice Edmondo Pio, titolare delle indagini avviate dai carabinieri dei Ros che hanno portato all’arresto del marocchino di 29 anni. L’ordine emesso nel 2012 era quella di lasciare entro sette giorni il territorio nazionale e di fatto quel 13 novembre 2012 rappresenta l’ultimo momento di ‘contatto’ dell’indagato con le forze dell’ordine. Il soldato Isis pare poi abbia praticato alcuni viaggi come Foreign Fighter verso la Siria approfondendo la sua radicalizzazione, alla base del tanto temuto attentato che avrebbe avuto in cantiere nelle zone di Torino e Milano. (agg. di Niccolò Magnani)
Secondo quanto riportano alcune delle intercettazioni mostrate da La Stampa di Torino, il soldato Isis arrestato ieri nella città della Mole vede pendere un’accusa gravissima a suo carico, “terrorismo internazionale e pericoloso foreign fighter”, per il quale si era guadagnato anche le attenzioni dell’Fbi. El Aoual Mouner, marocchino di 29 anni, stava preparando un attentato in Italia e durante le indagini avrebbe dimostrato tutto il suo odio per “i traditori occidentali” e nemici dell’Isis. «Traditori vanno messi nello spiedino del kebab… arrostiti»; oppure anche quando ha invitato i fratelli a fare il jihad «sgozzando con il coltello, bruciandoli e facendoli a pezzi e rendendo le loro vite impossibili», riportano le intercettazioni su La Stampa e il Diario di Torino. Tra le ultimissime attività per le quali le autorità hanno poi deciso per l’arresto preventivo, anche un video scambiato con alcuni compagni in cui viene mostrato un “nuovo jihadista” che uccide i miscredenti con coltelli, semplicemente avvicinandosi e sorpreso loro, oppure mentre insegna a fabbricare esplosivi rudimentali, le ultime due “mode” dell’Isis negli attentati del 2016 e del 2017. (agg. di Niccolò Magnani)
In manette un marocchino di 29 anni, Mouner El Aoua, che da anni organizzava attentati ISIS in Italia. L’intervento dei Ros di Torino è stato possibile dall’indagine messa in atto dalla Procura già da un anno, all’interno di un’operazione che mira a contrastare l’attività illecita dei foreigh fighters, dei lupi solitari. La difficoltà maggiore delle autorità è infatti di riuscire ad individuare simili soggetti, staccati dalle reti ufficiali del Califfato. Come sottolinea Il Corriere della Sera, l’operazione era scattata in seguito alla diffusione su internet di alcune immagini che inneggiavano al jihadismo, da parte di un utente conosciuto come Salah Deen. L’FBI aveva già individuato il soggetto per l’attività intensa sul network Zello e lo stesso individuo risultava come amministratore di un’altra chat chiamata Lo Stato del Califfato Islamico, localizzato nel nostro territorio.
L’obbiettivo del marocchino di 29 anni arrestato dalle autorità italiane era chiaramente di portare a termine un attentato in Italia. A tal fine, il jihadista stava cercando di reclutare altre persone da coinvolgere nell’attacco terrorista. Le forze dell’ordine hanno intercettato il 29enne a Torino, dove risiedeva da 9 anni presso una famiglia di italiani. Nel corso di tutto questo tempo era riuscito ad ottenere la fiducia di madre e figlio, tanto da non destare alcun sospetto. La sua attività di propaganda dello Stato Islamico avveniva tutta tramite chat, grazie a utenze telefoniche intestate a terze persone, spesso italiani, fra cui anche coloro che lo stavano ospitando nel capoluogo piemontese.