Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Una pratica che ancora oggi viene largamente effettuata in Africa, al 90 per cento, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E dopo il fenomeno migratorio, adesso coinvolge anche l’Europa dove, secondo le statistiche, sono 60.000 le vittime e 20.000 le bambine a rischio infibulazione. I dati parlano di 100 milioni di bambine e ragazze che al mondo hanno subito la pratica delle mutilazioni. Il 20 dicembre 2012, con una risoluzione all’unanimità, l’Onu ha dichiarato la messa al bando di questa terribile pratica, che viola i diritti umani di donne e bambine. Sono circa tre milioni le ragazze che ogni anno vengono mutilate in Africa, in Europa sono 500mila le donne che hanno subito la mutilazione. “Molti Paesi hanno formalmente proibito la pratica delle mutilazioni delle ragazze – dichiara Tommy Simmons, fondatore della sezione italiana di Amref Health Africa – ma quando vanno ad incidere su usi e costumi tradizionali, molto radicati nell’identità stessa delle tribù, le leggi hanno un impatto molto moderato”. (Serena Marotta)