Il 18 giugno di ogni anno la Chiesa Cattolica Romana commemora e festeggia nel proprio calendario i Santi Marco e Marcelliano ( i nomi originale erano Marcus e Marcellanus), che sono stati martorizzati nel corso del terzo secolo dopo la nascita di nostro signore Gesù Cristio, per effetto della terribile persecuzione che mise in atto l’Imperatore Diocleziano, particolarmente avverso ai cristiani.
Non ci sono delle fonti o documenti storici che possano confermare quando con precisione sia avvenuto il martiri, ma alcune correnti di pensiero affermano che la morte per uccisione dei Santi Marco e Marcelliano sia avvenuta per la precisione nell’anno 286. Una fonte che riporta con una certa precisione la vicenda di cui sono stati vittime i Santi Marco e Marcelliano, è quella relativa agli Atti di San Sebastiano che tuttavia non vengono considerati attendibili e nello specifico soltanto delle antiche legende. Passando a raccontare delle poche notizie agiografiche sul conto dei Santi Marco e Marcelliano, nonostante non si conosca la loro data di nascita, si è riuscito a stabilire che fossero due fratelli gemelli e che siano stati concepiti in una famiglia di religione cristiana, il che ha permesso di crescere nella grazia del Signore e nella conoscenza dei suoi insegnamenti. I Santi Marco e Marcelliano decisero sin da subito di avere una vita molto attiva nella comunità presente a Roma che già all’epoca era piuttosto grande.
Infatti, nonostante fossero entrambi sposati ed avessero messo su famiglia, divennero dei diaconi. I loro problemi con la legge romana divennero impellenti con l’avvento dell’imperatore Diocleziano che impose a tutti i cristiani di adorare i vecchi dei pagani. I Santi Marco e Marcelliano furono tra coloro che decisero di restare fedeli al cristianesimo e non obbedirono al dictat dell’imperatore che si dimostrò molto duro nei confronti di quanti decisero di andare contro il suo volere e nello specifico li faceva imprigionare in attesa di un sommario processo al termine del quale ci sarebbe poi stata la condanna a morte.
Questo destino era quello a cui erano attesi i due fratelli gemelli se non fosse stato per l’intervento del proprio padre che riuscì ad ottenere ulteriori 30 giorni di riflessioni per i figli affinché potessero valutare la loro posizione. I due sembravano vicini dal cedere quando si recò nella propria cella San Sebastiano che era un ufficiale al servizio dell’Imperatore tuttavia di religione cristiana che li convinse a resistere.
In questo frangente avvenne un miracolo con san Sebastiano che venne avvolto di luce celeste il che portò alla conversione anche del prefetto Cromazio che fece liberare i due che cercarono di nascondersi in campagna. Purtroppo furono traditi da un apostata di nome Torquato e dopo essere stati nuovamente arrestati, vennero uccisi a testa in giù, con i piedi inchiodati a due colonne ed il corpo trapassato ai fianchi dalle lance.