“Il ministro Lorenzin, nell’audizione di oggi alla Commissione affari sociali alla Camera, ha perfettamente spiegato la necessità giuridica di una legge per la fecondazione eterologa, rispettando sia le indicazioni della Corte costituzionale che le normative europee”. Lo ha detto Eugenia Roccella, deputato del Nuovo Centrodestra, commentando lo schema base del decreto legge sulla fecondazione eterologa presentato oggi a Montecitorio. “A chi ancora ritiene che bastino semplici linee guida – ha aggiunto Roccella – ricordiamo che il Tar del Lazio cancellò una parte delle linee guida emanate dal ministro Sirchia proprio perché contenevano indicazioni che esorbitavano dal dettato della legge 40: come si può immaginare quindi di regolare, per esempio, le donazioni di gameti – che la legge 40 non prevede – con questo strumento?”. Roccella condivide dunque “l’impostazione del ministro, che conferma alcuni punti fondamentali, su cui è possibile trovare una larga condivisione: in primo luogo la sicurezza sanitaria, e quindi il recepimento delle norme europee per la qualità e tracciabilità; quindi un registro dei donatori, che potrà garantire, rispettando l’anonimato del donatore, di evitare casi come quello avvenuto in Danimarca, dove il portatore di una gravissima e rara malattia ha trasmesso il suo Dna a 100 bambini di diversi Paesi; terzo punto, la gratuità della cessione dei gameti, per non aprire anche in Italia un mercato del corpo che porterebbe a nuove forme di sfruttamento; e infine il diritto del nato sia ad avere informazioni necessarie per la propria salute, sia a conoscere le proprie origini”.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato oggi alla commissione Affari sociali della Camera lo schema base del decreto legge sulla fecondazione eterologa. Sono nove i punti cardine del testo, a cominciare dal “completamento del recepimento della direttiva europea 17/2006, in particolare dell’indicazione dei test da effettuarsi nei donatori”, ha detto il ministro. Inoltre “la donazione dei gameti deve essere volontaria e gratuita: permessi lavorativi, costi vivi ed eventuali rimborsi saranno in analogia a quanto già avviene per donatori di midollo osseo”. E’ possibile anche “la doppia eterologa; è prevista età minima e massima differenziata per donatori e donatrici; potranno donare uomini di età compresa fra 18 e 40 anni e donne fra 20 e 35 anni. All’aumentare dell’età dei donatori aumentano, infatti, i fattori di rischio di tipo genetico, e, in particolare per le donne, diminuisce significativamente la fertilità; l’età minima differenziata è dovuta a un differente sviluppo dell’apparato sessuale”. E’ poi istituito presso Iss-Cnt un “registro nazionale dei donatori a cui le strutture autorizzate dovranno fare riferimento per permettere la tracciabilità completa donatore-nato; il numero massimo di nati da uno stesso donatore è 10 a livello nazionale, con deroga se una famiglia con figli già nati da eterologa chiede un altro figlio con stesso donatore; accesso a dati clinici del donatore o al donatore stesso per comprovati problemi di salute del nato, su richiesta di struttura del Ssn; inserimento immediato nei Livelli essenziali di assistenza di prestazioni attinenti all’eterologa”.
“L’iniziativa della Regione Toscana in tema di fecondazione eterologa dimostra come sia necessario intervenire con la massima urgenza con un provvedimento normativo efficace su tutto il territorio nazionale, per evitare disparità di trattamento tra i cittadini residenti nelle diverse Regioni”. Lo fa sapere il Ministero della Salute in una nota, in cui si legge anche che il ministro Lorenzin “ha già pronto uno schema di Decreto Legge per regolamentare questo nuovo percorso di fecondazione assistita anche sulla base delle indicazioni emerse dal Gruppo di lavoro convocato nelle scorse settimane al Ministero della Salute; come annunciato lo proporrà in uno dei prossimi Consigli dei Ministri”.
Al via nella Regione Toscana la fecondazione eterologa. La delibera consentirà ai centri pubblici, privati e convenzionati di fecondazione assistita di offrire la tecnica eterologa, ovvero con la donazione di gameti, e sarà esecutiva dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Toscana. Si partirà già dal mese di agosto. “La delibera – ha dichiarato l’assessore regionale al diritto alla salute Marroni – riempie lo spazio di incertezze che si è aperto dopo la sentenza della Corte. La Toscana ha perciò deciso di intervenire, dettando direttive certe destinate ai centri privati, privati accreditati e pubblici operanti in regione, in attesa delle determinazioni del governo ed evitare un far west in una materia così delicata. Vorrei a tal proposito fare un grosso apprezzamento per come il governo sta affrontando la materia e ribadire che le norme contenute nella delibera avranno valore fino a che il governo non emanerà la propria direttiva. Un’omogeneità a livello nazionale è assolutamente auspicabile. Non si tratta assolutamente – ha spiegato l’assessore – di una fuga in avanti ma di un ponderato atto di responsabilità preso per dare un quadro certo, almeno in Toscana, in attesa di provvedimenti del governo o del Parlamento”. “La Regione Toscana diventerà un punto di riferimento per tutte le coppie che a costi ridotti potranno accedere alla donazione dei gameti per ovviare alla loro sterilità”. Così Maria Paola Costantini, referente delle politiche sulla procreazione dell’associazione e legale di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, ha commentato la notizia.
Ogni coppia che accederà alla fecondazione eterologa potrà avere più figli nati dallo stesso donatore biologico. E’ una delle indicazioni provenienti dal tavolo tecnico convocato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per definire le misure necessarie per dare piena attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità del divieto di tale pratica in Italia. I presidenti delle società scientifiche che hanno preso parte al tavolo hanno spiegato anche che da ogni donatore non potranno nascere più di 25 bambini così da evitare il rischio “di incontro involontario tra consanguinei”. Il provvedimento che stabilisce le linee guida per la fecondazione eterologa dovrebbe approdare già mercoledì prossimo in Parlamento, ma le prime indiscrezioni emerse sul contenuto del testo hanno creato qualche attrito tra il ministro e gli esperti, in particolare sull’anonimato del donatore di gameti: “Al ministero devono aver capito male – hanno scritto in una lunga lettera i membri del tavolo tecnico – ci deve essere stato un equivoco, noi non abbiamo mai avvalorato l’idea che fossero necessari un passaggio in Parlamento e la modifica della legge 40 per introdurre l’eterologa, anzi”. Per quanto riguarda l’anonimato, “ci siamo detti tutti contrari all’idea di toglierlo ai donatori di gameti, tranne in rarissimi casi medici e solo per quanto riguarda l’identità genetica. E comunque ora non si puo fare, a meno di non voler cambiare la legge 191 che regola i trapianti”. L’unica eccezione possibile, aggiungono gli esperti, è quella di contattare il donatore solo nel caso in cui fosse strettamente necessario ricevere una donazione anonima di cellule e tessuti per salvare la vita del bambino. “A noi è stato subito chiarito e detto che eravamo lì solo per dare semplici pareri, non per decidere sulle linee guida – conclude la lettera – a quello ci avrebbe pensato la politica”. Gli argomenti di valutazioni di carattere politico, infatti, quali l’iter da dover seguire per la piena attuazione in Italia del Disposto della Suprema Corte, “non sono state oggetto di nostra discussione”.