I matrimoni precoci sono una violazione dei diritti umani e questo le spose bambine lo sanno bene, ma in alcuni casi rappresentano una via di fuga da guerre e povertà. Ed è questo uno dei motivi per i quali acconsentono. Questo è il caso ad esempio di una sposa bambina siriana: non è stata costretta dai suoi genitori, ma ha acconsentito perché convinta che così sarebbe stata meglio. La realtà però si è rivelata ben diversa dalle sue aspettative, per questo ora dice di essere pentita: «A tutte le ragazze consiglio di pensarci, prima di sposarsi. La vita è dura e lo è anche quella da sposate. Non è come pensano che sia, né è come avevo pensato io che fosse. Tutto è faticoso e la vita da sposate è estremamente difficile», ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’Ansa, rimanendo però anonima. Questo dunque non è il caso di una bambina costretta a sposarsi giovane, ma di una ragazzina che acconsente alle nozze perché convinta di poter così sfuggire a guerra e fame: «La decisione che ho preso era sbagliata. Non so ancora come ho fatto a prendere questa decisione così giovane. Non consiglio a nessuna ragazza di sposarsi nello stesso modo».
BAMBINA SI SPOSA PER SFUGGIRE ALLA GUERRA, MA SI PENTE
IL RIMORSO DELLA MADRE: “VOLEVO PROTEGGERLA”
Pentita è anche la madre, che non si è opposta, essendo del resto convinta che così l’avrebbe protetta: «Quando siamo scappati dalla Siria, tutti ci hanno consigliato e spinto per un matrimonio “precoce”, come una forma di protezione per le bambino. Poi le persone sono cambiate. Se fossimo rimasti in Siria, non avrei permesso che mia figlia si sposasse così giovane». Quello delle nozze con ragazzine minorenni, a volte davvero molto piccole, è un fenomeno che è cresciuto negli ultimi anni. Oggi in Siria le spose bambine sono il 35%. L’allarme è stato rilanciato dall’Unicef, che parla di «una tendenza preoccupante». Il rappresentante Unicef per la Giordania, Robert Jenkins ha evidenziato la crescita delle percentuali dei matrimoni siriani: «Siamo passati dal 16% dei matrimoni di due anni fa al 35% di oggi».