Il suo nome è tragicamente legato alla vicenda di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego per il cui omicidio e sparizione di cadavere sono sotto processo Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco: stiamo parlando di Rosario Sanarico, il sommozzatore morto il 19 febbraio 2016 a seguito di un incidente verificatosi mentre era impegnato nelle ricerche del corpo della donna nelle acque del fiume Brenta. Ed è a lui che ieri, alla presenza del Ministro dell’Interno Marco Minniti, è stata intitolata la base navale della Polizia di Stato di Punta Pezzino a La Spezia. La cerimonia, come riferisce Padova Oggi, ha visto la partecipazione dei familiari dell’ispettore superiore sostituto ufficiale di pubblica sicurezza. Alla sua memoria è stato inoltre intitolata la rotonda davanti alla sede del Centro nautico e sommozzatori della Polizia di Stato di La Spezia. (agg. di Dario D’Angelo)
Il processo sul delitto di Isabella Noventa è entrato nel vivo e dopo le richieste di condanna a carico del trio di imputati e le richieste risarcitorie, si avvicina sempre di più il giorno della sentenza. A breve, si concluderà il primo grado con rito abbreviato a carico dei fratelli Sorgato, Freddy e Debora e di Manuela Cacco. Il giudice del Tribunale di Padova sarà così chiamato a decretare le condanne e solo allora scopriremo se, come avanzato dal pm Giorgio Falcone al termine della sua requisitoria, Freddy e Debora andranno realmente incontro all’ergastolo. Intanto, in attesa della nuova udienza prevista per la giornata odierna, potrebbe intervenire un colpo di scena clamoroso. Il nuovo appuntamento in aula, come anticipa ReteVeneta.it, vedrà protagoniste le rispettive difese a partire proprio da quella della tabaccaia veneziana per la quale è stata chiesta la condanna a 16 anni e 8 mesi. Nelle scorse settimane, un anonimo avrebbe spedito una lettera a Freddy Sorgato, fornendo una lettura decisamente inedita della vicenda. La missiva scagionerebbe l’autotrasportatore con la passione per i balli latino americani e accuserebbe del delitto della segretaria 55enne alcuni esponenti della Male del Brenta.
L’omicidio di Isabella Noventa, secondo l’autore della lettera, sarebbe da rintracciare in un prestito in denaro molto consistente ma che la donna non sarebbe riuscita a restituire. La 55enne avrebbe quindi deciso di denunciare la vicenda ma sarebbe stata uccisa. Cosa c’entra, dunque, il trio diabolico oggi imputato? Sempre a detta dell’anonimo, la Mala si sarebbe appoggiata proprio a Freddy e Debora Sorgato così come alla Cacco per occuparsi delle fasi successive, a partire dalla messinscena. Una versione che difficilmente incontrerà l’appoggio del pm Falcone il quale, nell’avanzare le sue richieste di condanna sembra aver appoggiato pienamente la versione fornita da Manuela Cacco, ritenendola del tutto credibile. Oggi, la sua difesa tenterà di far emergere la sua totale estraneità rispetto alla fase esecutoria del delitto di Isabella Noventa, mentre a quanto pare il processo si allunga e la sentenza dovrebbe slittare di quasi due mesi. Inizialmente attesa per il prossimo 6 giugno, infatti, ora per il verdetto si dovrà probabilmente attendere la fine di luglio.
Fino alla data della sentenza nell’ambito del processo sul delitto di Isabella Noventa, dunque, la famiglia della vittima può continuare a sperare che sia fatta piena luce sull’occultamento del cadavere, mai ritrovato, della segretaria uccisa. E’ su questo punto che insistono l’avvocato Balduin, difensore dei familiari di Isabella ma anche il collega, avvocato Ernesto De Toni, difensore dell’ex marito della 55enne uccisa. Anche nel corso dell’ultima udienza è stato lanciato un nuovo appello ai Sorgato ed alla Cacco affinché dicessero la verità sul destino riservato al cadavere della povera Isabella Noventa, aspetto questo, rimasto tristemente nell’ombra e sul quale gli stessi imputati fanno leva al fine di evitare l’ergastolo. Proprio sul corpo di Isabella Noventa è emersa una interessante indiscrezione riportata in esclusiva dal settimanale Giallo, il quale indicherebbe una possibile svolta. “Il cadavere di Isabella Noventa potrebbe essere in un vecchio casolare abbandonato ed in uso a Freddy Sorgato”: è questa la clamorosa indiscrezione proveniente da una fonte attendibile e che potrebbe davvero rappresentare il colpo di scena che in tanti attendono.
Questo casolare, nel quale il corpo della vittima potrebbe essere stato portato, avvolto in un sacco nero, dai due fratelli Sorgato, si trova in via Polati, a Noventa Padovana. Per molti anni è stato in uso dalla famiglia Sorgato e qui Freddy era solito andare tutte le sere in quanto aveva collocato una grossa cisterna nella quale con ogni probabilità rovesciava il gasolio sottratto in modo indebito alla ditta nella quale lavorava, per poi rivenderlo a nero. Stando ai tempi di percorrenza dal luogo del delitto (la villetta di via Sabbioni) a quello presunto dell’occultamento, questi coinciderebbero perfettamente con le registrazioni delle telecamere di sorveglianza che avrebbero ripreso le auto dei Sorgato la sera del delitto. L’ipotesi inquietante è che il corpo della vittima possa essere stato gettato in un pozzo molto profondo presente nel rudere o ancora seppellito in una buca. Qui, in seguito all’arresto del trio, furono compiute delle ricerche anche con l’ausilio di cani molecolari che fiutarono tracce in un fossato a ridosso della casa dei Sorgato, ma nonostante gli scavi non fu mai trovato nulla. La zona, tuttavia, fu scandagliata solo in parte e non si esclude che il corpo di Isabella Noventa possa essere stato lasciato nel cascinale per alcune ore, prima del suo vero occultamento. Poco distante dal rudere scorre infatti il fiume Brenta, dove Freddy Sorgato ha sempre insistito di aver gettato il cadavere dell’ex fidanzata. Potrebbe esserci un fondo di verità nelle sue parole?