Il primo ministro inglese Theresa May ha parlato di Gran Bretagna Mondiale rilanciando il piano della Brexit più dura che mai: un’altra premier donna, Nicola Sturgeon, formula una durissima replica contro il parigrado d’Inghilterra dopo il discorso di oggi a Londra. «La prima ministra vuole portare il Regno Unito verso la Brexit “dura” – sostiene Sturgeon – non è spinta dagli interessi del Paese, ma da quelli dell’ala più a destra del suo partito. È profondamente deplorevole. La Scozia non può essere trascinata in un percorso per il quale non ha votato e che è contrario ai suoi interessi. Abbiamo fatto delle proposte, continueremo a prendere decisioni in modo ordinato, ma non sono pronta a permettere che gli interessi della Scozia vengano frantumati». Per questo motivo, dopo il fallimento del primo qualche anno fa, Sturgeon arriva a riproporre il referendum sull’indipendenza da questo Regno Unito, come del resto annunciato anche dopo il risultato clamoroso della Brexit lo scorso giugno.
Il discorso del premier britannico May ha fatto breccia in larga parte dei cittadini Uk che hanno votato la Brexit nel precedente referendum: più “hard” di così come uscita dall’Europa non si poteva chiedere, con il premier Theresa May che indica con fermezza come la nuova “Gran Bretagna Mondiale” dovrà dire stop definitivo al mercato unico tra i Paesi Ue. «Vogliamo un rapporto nuovo e alla pari con l’Ue», e che quindi non è possibile un’adesione «parziale» della Gran Bretagna all’Ue. Accordo di libero scambio con l’Ue ma senza contribuire al bilancio europeo». L’accordo della May con l’Europa avverrà in due anni con una «implementazione graduale delle intese, abbiamo proposto un accordo di transizione flessibile per attuare l’uscita del Regno», dicendosi contraria ad una «transazione indefinita» ma riconoscendo che in alcuni settori di mutuo interesse per Londra e Bruxelles è necessario adottare un «processo graduale». Interessante il passaggio anche sull’immigrazione, altro tema scottante degli ultimi mesi anche prima della Brexit della Gran Bretagna: «Controlleremo l’immigrazione dall’Europa, la nostra immigrazione dovrà servire per i nostri interessi nazionali. Perché, finora, ha creato stress e messo a dura prova le nostre scuole e i servizi sociali».
Con il discorso tenuto a Londra presentando il piano della Brevi, il premier Theresa May ha rivolto un discorso a suo modo storico e che segna il ritorno nel nuovo secolo ad una Gb di nuovo globale: «in questo momento stiamo abbandonando l’Europa e pianifichiamo un vertice biennale del Commonwealth. Costruiremo una Gran Bretagna veramente mondiale», lo ha detto alla Lancaster House di Londra svelando il piano del governo sulla Brexit. Un piano in corso da mesi, fin dalle dimissioni del premier Cameron in seguito alla sconfitta clamorosa dei Leave al referendum Brexit in primavera 2016. In seguito la May ha voluto confermare come il Parlamento britannico voterà sull’accordo finale emerso dai negoziati sulla Brexit. «I cittadini europei saranno ancora benvenuti nel Regno Unito», ha poi assicurato la premier britannica. Inoltre «i servizi di intelligence britannici continueranno a cooperare con i nostri alleati per garantire la sicurezza dei cittadini europei».
Un discorso globale per una “hard Brexit”, è questo quanto espresso al premier britannico May nell’annunciare una Nuova Gran Bretagna Mondiale, un ritorno all’”impero” del passato e con un futuro senza più Europa. Questo non vuol dire tagliare i rapporti con l’Europa, ma che di sicuro dovranno cambiare gli obiettivi radialmente anche per i prossimi governi britannici. «Non vogliamo che l’Unione europea si smembri ma da parte dell’Ue è mancata la flessibilità nei confronti di Londra e i britannici se ne sono accorti. La tutela dell’Unione è al cuore di ogni azione della Gran Bretagna perché soltanto uniti possiamo cogliere le opportunità che ci attendono». I negoziati della Brexit entreranno nel vivo i prossimi mesi, ma intanto il discorso sulla Gb mondiale ha fatto breccia in tutte le cancellerie del mondo, con il roboante annuncio d una hard Brexit senza voler avere più legami con la Ue. «Vogliamo una nuova ed equa partnership tra un Regno Unito globale indipendente e che si autogoverni e i nostri amici e alleati in Ue, non una membership parziale nell’Unione europea».