I riflettori restano ancora alti sul caso del duplice omicidio di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli, i coniugi uccisi per volere del figlio 16enne, dall’amico di un anno più grande di lui. Proprio i genitori di quest’ultimo sono intervenuti in diretta ed in collegamento con la trasmissione di Canale 5, Pomeriggio 5. A prendere la parola è stato il padre del 17enne che ha ripercorso quanto avvenuto la mattina successiva al duplice delitto. “Hanno bussato alla finestra, ho capito che era mio figlio, era bianco, mi ha detto che aveva la febbre e il suo amico mi ha detto che restava 10 minuti prima di tornare a casa. Gli ho dato una tachipirina e son tornato a letto”. Il mattino successivo, come raccontato dal padre, ha visto che erano a letto e a mezzogiorno hanno mangiato insieme e sono andati in camera, il 16enne è andato via verso le 13. Durante le pulizie i genitori del 17enne si sono accorti che la Tachipirina non era mai stata presa. I genitori hanno avuto degli incontri in carcere con il figlio negli ultimi giorni: “Dice che lo ha fatto per amicizia e non si rendeva conto di quello che faceva, ha chiesto dei fratelli, degli zii, degli amici, sta facendo un percorso in carcere per capire quello che ha fatto”, ha dichiarato. Poi ha precisato: “Io come cattolico non lo posso perdonare per quello che ha fatto ma come padre e genitori lo perdoniamo”.
Le prime indiscrezioni sull’autopsia eseguita sui corpi dei due coniugi, Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli, rispettivamente madre e padre del 16enne Riccardo, il quale si sarebbe macchiato insieme all’amico 17enne del delitto, sarebbero inquietanti. Stando a quanto trapelato da La Nuova Ferrara, infatti, i colpi inflitti dal 17enne con una scure e con i quali avrebbe ucciso i genitori dell’amico, mentre lo stesso si trovava nella villetta al momento del duplice delitto, sarebbero stati oltre dieci. Un numero decisamente maggiore rispetto a quello inizialmente reso noto dagli organi di stampa e che riconfermerebbe l’efferatezza emersa e della quale vi avevamo parlato nel focus precedente. I rilievi precisi arriveranno solo entro i prossimi due mesi, intanto sembra emergere una prima quanto opposta strategia e posizione maturata dai due giovani attualmente in carcere, ovvero il 16enne Riccardo e l’amico 17enne. Quest’ultimo è l’esecutore materiale del duplice delitto di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli nonché il primo ad aver confessato. Da una prima strategia difensiva sembra essere stato evidenziato il “plagio” che l’amico subiva dal 16enne e che potrebbe ora avere un peso, anche alla luce della sua collaborazione nella valutazione delle due posizioni. Gli stessi inquirenti non hanno nascosto la percezione che ebbero quando il 17enne confessò: a loro detta, infatti, se non l’avesse fatto l’amico, il 16enne non avrebbe mai confessato per primo. La notte in cui il 17enne raccontò la verità, disse all’amico: “Io gli ho detto tutto”. Ferma e carica d’odio la replica del 16enne: “Tutto cosa?”, prontamente intercettata dagli inquirenti.
Il caso del duplice omicidio di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli per mano del figlio 16enne e dell’amico di quest’ultimo ha lasciato l’Italia con il fiato sospeso per la ferocia con la quale è stato commesso. L’efferatezza del duplice omicidio di Pontelangorino, nel Ferrarese, è emersa in tutta la sua crudezza dall’autopsia compiuta sui corpi delle due vittime, come emerso dall’agenzia di stampa Ansa. In attesa del deposito della relazione medico-legale e che dovrà avvenire entro 60 giorni, emergono intanto alcuni dettagli shock, a partire dall’intensità delle lesioni causate dai colpi d’ascia inflitti dal 17enne, ed avvenuti in presenza del figlio 16enne. Le lesioni evidenziate riguarderebbero solo la testa delle due vittime. Tra gli accertamenti c’è attesa anche per gli esami tossicologici che confermeranno o meno se i due coniugi siano stati narcotizzati prima di essere uccisi, circostanza che di fatto non sarebbe mai emersa dalle dichiarazioni dei due giovani in arresto. Dopo tutti gli accertamenti medico-legali, gli inquirenti concederanno il nulla-osta per i funerali che avranno luogo a Torino.
Rimangono invece ancora da chiarire alcuni piccoli tagli riscontrati sul volto di Salvatore Vincelli, per accertare se siano dovute ad un tentativo da parte della vittima di difendersi. Non è chiaro invece se Nunzia Di Gianni sia morta a causa di un soffocamento oppure se la morte sia sopraggiunta a causa di un’emorragia cerebrale. Il medico legale di Ferrara è comunque dell’opinione che le petecchie riscontrate sugli occhi e sui polmoni della donna siano da attribuire all’asfissia. In base alle prime ricostruzioni, Manuel Sartori avrebbe infatti colpito Nunzia Di Gianni sei volte, prima di coprirle la testa con un sacchetto di plastica. E’ possibile quindi che la donna abbia perso i sensi in seguito all’aggressione e che abbia incontrato la morte subito dopo. Nel frattempo, sottolinea La Nuova Ferrara, appare chiara invece la posizione dei due accusati. La differenza del loro coinvolgimento nel delitto farebbe infatti supporre che Manuel Sartori sia stato “plagiato” dall’amico Riccardo Vincelli. Quest’ultimo, secondo gli inquirenti, avrebbe probabilmente evitato la confessione se l’amico non l’avesse preceduto.
Si continua a parlare del duplice omicidio di Pontelangorino, Ferrara, dove il 16enne Riccardo ha ucciso i genitori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni a colpi d’ascia con l’aiuto dell’amico, Manuel Sartori. A commentare l’accaduto durante la puntata di oggi di Pomeriggio Cinque è stato un amico diciottenne dei due assassini, che a Barbara D’Urso ha confrmato lo sconcerto provato dai ragazzi della compagnia frequentata da Riccardo e Manuel una volta appreso il coinvolgimento dei due coetanei. Il ragazzo ha tenuto a smentire le voci apparse su una certa stampa per cui tra i ragazzi di Pontelangorino circolerebbero “oppio e cocaina. Noi non siamo ragazzi di strada, siamo bravi ragazzi”, ha precisato il giovane ai microfoni di Canale 5. L’ospite di Barbara D’Urso ha aggiunto che per quanto Riccardo e Manuel trascorressero “molto tempo insieme”, nessuno poteva immaginare che sarebbero arrivati a questo. Il sentimento comune tra i coetanei dei due killer, ha detto il ragazzo intervenuto a Pomeriggio 5, è quello di chi davvero non pensava di trascorrere le proprie giornate con degli assassini:”Noi siamo terrorizzati e sconvolti”.
-Nell’ultima puntata di Pomeriggio 5 è andata in onda un’intervista esclusiva al papà di Manuel, l’amico di Riccardo, il 16enne di Ferrara che ha ucciso i genitori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni. Evidentemente distrutto, l’uomo ha così parlato alla trasmissione di Barbara D’Urso:”Manuel si è reso conto di quello che ha fatto: piangeva. ‘Adesso nessuno mi vuole bene’, diceva e che non ce la fa. Gli ho detto: ‘Fatti coraggio che noi ci saremo sempre per te'”. Rispetto al movente il padre ha dichiarato:”Non è stata una questione di soldi. Lui l’ha fatto perché era molto attaccato a Riccardo, era il suo migliore amico. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui. Lui non sarebbe mai arrivato al punto di fare quello che ha fatto, perché lui moralmente è debole. Fisicamente è un ragazzo forte, ma con la testa è stato sempre manipolato dagli amici. Con Riccardo erano sempre insieme, andava varie volte a dormire da lui”. Rispetto al rapporto tra Riccardo e i genitori il papà di Manuel ha confidato:”Sua madre era un po’ più severa, lo rimproverava spesso ma non avrei mai pensato che c’era un odio così da parte sua. Avevo capito che non c’era un gran rapporto tra di loro”. Sul proprio figlio ha concluso:”Non posso perdonare per quello che ha fatto, ma gli starò vicino sempre”.