A partire dal prossimo 15 maggio entrerà in vigore il nuovo Gdpr, che regolamenterà il trattamento dei dati personali, soffermandosi in particolare sui minori di 16 anni. Coloro che non avranno compiuto l’età in questione, non potranno più utilizzare svariate app usate in precedenza, a cominciare da WhatsApp. Attenzione, il nuovo regolamento europeo non vieta l’utilizzo della chat in se, quanto il fornire i propri dati alla stessa, se under-16. A questo punto la patata bollente passerà nelle mani dei genitori, che dovranno decidere come agire. Solo una loro autorizzazione permetterà infatti al minore in questione di usare la nota app messaggistica, nonché i vari Facebook, Instagram e via discorrendo. Siamo certi che quasi nessun adulto vieterà l’utilizzo di WhatsApp al proprio figlio (si pensi alle rivolte dei 15enni se non potessero usare più WA), o eventualmente, si aggirerà il loro consenso falsificandolo, come del resto si fa ormai da tempo su internet. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“WHATSAPP NON E’ GRATIS”
Si continua a parlare delle nuove normative che portano Whatsapp a un divieto per i minori di 16 anni. Di questo ha parlato l’avvocato esperto di rete Guido Scorza che ha parlato ad Agi. Il membro del Team Digitale di Palazzo Chigi ha puntato il dito verso WhatsApp, sottolineando: “Il divieto ai minori di sedici anni è la prova che l’app non è gratis. Non potendo chiedere loro i consensi privacy al trattamento dei dati personali sceglie allora di non fornire il servizio. Questa cosa dimostra come il re è nudo“. L’avvocato approfondisce l’argomento andando a sottolineare anche quanto sottolineato dalla GDPR: “Non dice né potrebbe dire che un fornitore di servizi dell’informazione non può concludere un accordo con un minorenne. Dice che un minore non può dare consenso al trattamento dei dati personali. Mentre è lecito che Facebook ed altri trattino dati di un minore per consentire l’uso di un servizio specifico questi dati si possono utilizzare per altri scopi“. (agg. di Matteo Fantozzi)
NON ANCORA CHIARO IL COME
Le nuove normative legate all’Unione Europa spingono anche la tecnologia a cambiare. Tra le tante novità ci sarà anche WhatsApp che dovrebbe vedere alzata ai sedici anni l’età minima per utilizzare l’applicazione più scaricata d’Europa e non solo. Al momento non è chiaro però come far valere questo limite che potrebbe essere stabilito grazie magari all’età anagrafica del proprietario della sim-card. Il rischio è però che magari un genitore, anche non volendolo, intesti a sé stesso il piano tariffario anche per una questione di comodità legata al pagamento con accredito in banca. Questo potrebbe essere un errore in grado di spianare numerose strade una volta che lo smartphone sarà poi nelle mani del minore. Probabile poi che siano chieste delle altre specifiche anche chi magari è già in possesso dell’applicazione. La sensazione è però che un modo per superare questo limite si troverà e questo preoccupa e non poco i genitori che vorrebbero in un mondo sempre più aperto alla rete più sicurezza per i propri figli. (agg. di Matteo Fantozzi)
NUOVE REGOLE NELL’UE
Anche WhatsApp, la popolare applicazione di messaggistica istantanea, con un mese di anticipo si adegua al nuovo regolamento dell’Unione europea sulla privacy, il Gdpr e cambia le sue regole in merito a chi potrà accedere al servizio. I paletti riguardano in particolare l’età minima, fino ad oggi fissata a 13 anni ma che invece ora si innalza arrivando a 16. Nei 28 Paesi dell’Unione Europea, sarà questo il limite adottato da WhatsApp per tutelare la sicurezza e la privacy dei giovanissimi, principali fruitori dell’app. La notizia, ovviamente, non farà affatto felici i numerosi minorenni sotto i 16 anni ai quali si estende il divieto annunciato attraverso il sito web della società. La rivoluzione introdotta dall’applicazione di messaggistica fa riferimento a quanto previsto dall’articolo 8 del Gdpr e che prevede che 16 anni sia l’età in cui i minori possono acconsentire da soli al trattamento dei loro dati personali e quindi ad accedere al servizio. Occorre però evidenziare come il divieto di utilizzare Whatsapp ai minori di 16 anni sia valido solo per i Paesi dell’Unione Europea e non nel resto del mondo. Nonostante questo, lo stesso articolo 8 del Gdpr lascia libero ciascun Paese di decidere l’età limite purché non inferiore ai 13 anni. “Se il minore ha meno di 16 anni, trattamento dei dati sarà lecito solo se e nella misura in cui il consenso è dato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale sul minore. Gli Stati membri possono prevedere per legge un’età inferiore a tali fini, a condizione che (…) non sia inferiore a 13 anni”, si legge in merito.
DIVIETO WHATSAPP AGLI UNDER 16: I DUBBI
Il divieto di utilizzo di WhatsApp a ragazzi di età minore ai 16 anni resta comunque molto vago. Intanto non è chiaro se la società di proprietà di Facebook adotterà le sue nuove regole alle probabili differenze esistenti tra Paese e Paese o se invece deciderà di fissare un tetto unico dei 16 anni per ridurre così la complessità del rispetto delle nuove norme. Non è chiaro neppure in che modo ogni utenti, anche se di età inferiore a quella indicata, possa dimostrare di aver di fatto compiuto i 16 anni. E’ possibile che sia richiesta una sorta di “autocertificazione” lasciando a ciascun utente (minorenne in questo caso) la responsabilità di dire il vero oppure potrebbe avvenire una sorta di dati incrociati con Facebook e Instagram. L’unica certezza, come spiega TgCom24, è che la piattaforma richiederà a tutti i propri utenti (circa un miliardo e mezzo in tutto il mondo) di accettare i suoi nuovi termini di servizio, anche se solo nell’ambito dell’Ue. Tuttavia, lo scenario più probabile resta quello secondo il quale anche i minori sotto i 16 anni non avranno alcun problema ad eludere il limite dell’età imposto, dichiarando quindi il falso. Attualmente infatti, l’incrocio dell’account con quello di Facebook per verificare l’età reale dell’utente è impedito da una pronuncia dell’Authority secondo la quale la condivisione delle informazioni sui clienti tra le due società andrebbe a violare la legge sulla protezione dei dati.
DI CHI SARANNO LE RESPONSABILITÀ?
Le nuove regole imposte da WhatsApp non possono che sollevare i dubbi anche sulla questione delle responsabilità. La società finora si è limitata a far sapere che la creazione di un account con informazioni false va a violare i termini al pari della registrazione di un account per conto di un minorenne di età inferiore ai 16 anni. Le responsabilità, dunque, con ogni probabilità andranno a ricadere sui genitori che dovranno impegnarsi a far rispettare l’applicazione del limite segnalando a WhatsApp l’uso improprio da parte del figlio minore e permettendo in tal modo la chiusura del suo account. Recentemente anche Facebook ha innalzato l’età minima per condividere le proprie informazioni sul social, passando dai 13 ai 15 anni in Europa con la richiesta di autorizzazione da parte di un genitore. Resta alta l’attesa in vista dell’entrata in vigore ufficiale del Gdpr che andrà a rappresentare la più grande riforma della privacy online dalla nascita di internet.