È di poche ore fa la notizia che Oscar Pistorius ha tentato il suicidio. Il campione paralimpico, detenuto nel penitenziario di Pretoria per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, ha tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene dei polsi. A riferirlo è Gazzetta.it, secondo cui il sudafricano sarebbe giunto alla clinica privata Kalafonh Hospital in “condizioni serie”, ma l’intervento dei medici che hanno tamponato le ferite con dei bendaggi avrebbe messo fuori pericolo l’atleta paralimpico; per scongiurare il rischio di una fuga da parte di Pistorius, durante le operazioni di medicazione al seguito del sudafricano e dell’equipe medica si sono incollati una decina di agenti, che hanno poi scortato il detenuto in cella già in mattinata, dove adesso è sorvegliato a vista. Da capire, adesso, come abbia fatto Pistorius a procurarsi i tagli. L’unico altro detenuto dell’ala militare del penitenziario di Pretoria sostiene di aver visto “Blade Runner” procurarsi i tagli con una lama: tesi supportata dal presunto ritrovamento di alcuni coltelli nella cella di Pistorius da parte di due guardie di sorveglianza. La versione di Pistorius però, come sottolinea il portavoce del penitenziario, è che si sarebbe procurato le ferite cadendo dal letto accidentalmente. Lascia riflettere in ogni caso il fatto che il tentato suicidio sia avvenuto ad un mese esatto dalla condanna a 6 anni di reclusione e, soprattutto, ad un paio di settimane dall’annuncio del pm che presenterà ricorso poiché ritiene troppo breve la pena inflitta a Pistorius per l’omicidio della bella e sfortunata Reeva Steenkamp.