È morto a 81 anni il cardinale ed ex storico vescovo di Magonza Karl Lehmann: era malato da tempo e la notizia è giunta da quella diocesi che lo aveva visto protagonista per più di 30 anni. È stato anche il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca per 21 anni, vivendo nel pieno le turbolente vicende di alcuni vescovi germanici in distanza e critica su alcuni punti della dottrina con i papati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Dallo scorso settembre, scrive nel comunicato la diocesi di Magonza, il porporato soffriva delle conseguenze di un ictus e di un’emorragia cerebrale, si legge nel comunicato della diocesi di Magonza. Un fine teologo e uno studioso di filosofia, in Germania molti lo accostavano per studi e acume al Card. Ratzinger, salvo poi essersi trovati in più di una volta in disaccordo specie dopo l’elezione a soglio Pontificio di Benedetto XVI, sempre all’interno del rispetto e del dialogo ecumenico interno alla Chiesa. Si stimavano molto anche se non sempre si trovavano d’accordo, ma per dire Ratzinger sostenne a pieno titolo la nomina di Lehmann come docente di Teologia nel 1968; nel 1983, poi, è stato nominato vescovo di Magonza, diocesi che ha guidato fino alle dimissioni presentate al Papa nel maggio del 2016, ricorda Famiglia Cristiana. Lehmann ha partecipato a ben due conclavi, quello che ha portato all’elezione dell’amico Benedetto XVI e quello del 2013 di Francesco, dopo le dimissioni di Ratzinger.
IL MOTTO E LA CRITICA AI MEZZI DI COMUNICAZIONE
In una breve intervista a Vatican Insider, l’arcivescovo Vincenzo Paglia (presidente della Pontificia Accademia per la vita) ha voluto ricordare la figura importante di Lehmann nella storia recente della Chiesa: «Nelle sfide del mondo contemporaneo, la sua stella polare è sempre stato il Concilio Vaticano II. Lehmann ha sempre testimoniato il Vangelo in dialogo con tutti: un autentico apostolo della carità e dell’ecumenismo. Fin dai primi anni ’80 è stato una figura centrale nelle fasi principali del confronto fra cristiani». Il suo motto a Magonza è sempre stato «State saldi nella fede!” e in più di un’occasione ha richiamato con forza alcuni tratti della società secolarizzata tedesca ed europea, specie sui rischi dei mezzi di comunicazione: «Giornali e televisioni devono dare stimoli a interrogarsi sulle domande esistenziali», spiegava Lehmann con riferimento ai tanti video e all’utilizzo dei social che riprendono pestaggi, litigi, violenze e reati contro la semplice cittadinanza quotidiana. Interessante quello che l’arcivescovo compianto di Magonza andava dicendo nella sua critica decostruttiva della società europa che si apriva davanti nei primi anni Duemila: «il dolore per la separazione da quanti ci lasciano non può impedirci di riflettere sulla nostra stessa fine e per farlo adeguatamente è necessario maturare un equilibrato atteggiamento nei confronti della vita». In particolare, ricorda ancora Vatican Insider rilanciando la figura di Lehmann nel giorno della sua morte, «ciò che la morte insegna può essere appreso solo grazie a una continua sperimentazione dei propri limiti, a un “esercizio” della morte nella propria vita: la nostra esistenza è caratterizzata dalla capacità di saperci accomiatare».