A Rotondella, comune nei pressi di Matera, esiste un centro statale di ricerca Enea, sito proprio a pochi chilometri dal mare e dal paese. Da qui parte il servizio de Le Iene trasmesso ieri dopo la rilevazione di qualche settimana fa ad opera dell’Arpab, agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, relativa ad una gravissima contaminazione. Proprio in quest’area, infatti ci sarebbe nei terreni una piccola condotta in plastica che veniva usata in passato per il trasporto di materiale tossico all’interno di un impianto nucleare. Proprio questo tubo di piccole dimensioni avrebbe provocato un vero e proprio disastro ambientale. La situazione sarebbe abbastanza preoccupante, come confermato anche da Giovanna Bellizzi, dell’associazione Mediterraneo no scorie. All’interno del perimetro dell’area, infatti, ci sarebbe un’ampia quantità di cromo esavalente ed altre sostanze altamente tossiche, tra cui la trielina. Quest’ultimo sarebbe un solvente industriale considerato potenzialmente cancerogeno per l’uomo, mentre il cromo esavalente è considerato certamente cancerogeno. Ovviamente tali sostanze, nel tempo, hanno contaminato totalmente la falda acquifera, come confermato dall’ingegner Santarsia di Arpab che ha evidenziato punte di gran lunga superiori rispetto al limite. Ma cosa ha realmente inquinato? Ad oggi la sola certezza è la fonte dell’inquinamento rappresentata da un vecchio impianto non più attivo da 30 anni e che riprocessava combustibile nucleare per una centrale americana. Qui arrivarono 84 barre di uranio da riprocessare proprio attraverso la trielina ed il cromo esavalente.
CROMO ESAVALENTE: GLI EFFETTI SULL’UOMO
Solo quest’anno sono arrivate le analisi compiute dall’Apab sulla contaminazione delle falde acquifere. La contaminazione che oggi è stata evidenziata risale però agli anni di operatività dell’impianto nucleare. Un impianto negli anni già oggetto di polemiche e dibattiti che portarono all’inchiesta realizzata dai magistrati nella quale un importante funzionario Enea sosteneva che sarebbero stati trattati in modo illecito rifiuti come plutonio. Oggi però ci si domanda che fine abbiano fatto quelle 84 barre di uranio americane. Secondo il responsabile del centro Enea di Rotondella, Giuseppe Spagna, la maggior parte, ben 64, sarebbero ancora all’interno in una piscina di sicurezza ed in attesa di essere smaltite in un deposito permanente ma che in Italia ancora non esiste. Ai problemi finora evidenziali, si sarebbe aggiunta anche la contaminazione da cromo esavalente e trielina con gravi effetti sulla salute umana. Il sindaco di Scanzano Jonico, Raffaello Ripoli, ai microfoni della trasmissione Le Iene ha ammesso di aver rilevato un aumento delle patologie tumorali negli ultimi anni. I residenti della zona hanno paura e per questo il Comune di Rotondella con un’ordinanza ha impedito l’estrazione dell’acqua dai pozzi ma non tutti sono a conoscenza del divieto oppure fanno finta di non saperlo. Intorno al sito, infatti, ci sono numerosi terreni coltivabili ed in tanti usano l’acqua contaminata anche per uso personale. La cosa più incredibile è che della contaminazione si sapeva già dal 2015 ma il problema resta ad oggi aperto. CLICCA QUI PER VEDERE IL SERVIZIO