Si conclude con una condanna a 5 anni il processo di primo grado per la morte di Adele De Vincenzi, la giovanissima 16enne morta a Genova il 29 luglio 2017 dopo aver assunto ecstasy e MDMA con il suo fidanzato e un’altra amica minorenne. Prima di stamane il pubblico ministero Michele Stagno aveva chiesto 13 anni di carcere per quel giovane, Sergio Bernardin, colpevole di aver procurato la droga e fatta consumare ad Adele in quella notte maledetta nel capoluogo ligure. Invece quesa mattina il tribunale di Genova ha condannato a 5 anni il giovane, oggi 19enne, con la sua famiglia costretta a pagare un risarcimento previsionale di 50mila euro da versare alla famiglia De Vincenzi. È stato invece assolto Gabriele Rigotti, un altro giovane che si trovava con Sergio e Adele quella notte, dopo che era stato indagato per omissione di soccorso. Bernardin è stato condannato per spaccio e morte come conseguenza di altro reato (per l’appunto lo spaccio di droga), con molti meno anni di quelli richiesti dall’accusa; lo scontro durante il processo si è snodato su un punto fondamentale. Per l’accusa è stato Sergio a procurare la droga, mentre per la difesa sono stati tutti i 4 ragazzi presenti quella sera nell’appartamento della tragedia ad acquistare quello stesso giorno la dose fatale in quel di Busalla (appena fuori Genova).
LA MORTE DRAMMATICA
Una morte tragica, come lo sono tutte, con l’aggravante di una ragazzina giovanissima che solo un anno prima di trovare la morte per overdose aveva perso la mamma anche lì tragicamente: «Ridammi un giorno solamente per stare con te. Capire che c’è di bello oltre a questo. E capire che senza di te, mamma, non è più lo stesso», scrive su Facebook Adele riferendosi a quella mamma scomparsa troppo presto e della quale non riuscì mai fino in fondo ad accettare. Adele morì nella notte calda del 29 luglio dopo uno dei tanti “sballi” che si concedeva con amiche e fidanzatino; i ragazzi erano usciti da casa e stavano passeggiando ridendo come se niente fosse per le vie di Genova, quando una di loro si accascia e inizia a stare malissimo. Ha una crisi e solo due ore dopo il suo corpo cessa di vivere all’ospedale Galliera: la dose fatale di ecstasy misto e MDMA era stata consumata dal gruppetto prima di uscire di casa. La droga era stata venduta da un pusher di Busalla che ora è indagato dal tribunale dei Minori: una dose ultima, fatale che si è portata viva la giovanissima e bella Adele, nello sconforto e totale disperazione del padre.