Logo è il primo progetto “futuristico”, il primo linguaggio di programmazione per bambini celebrato oggi da Google. Sono tante le iniziative che hanno raccolto la sua eredità, come Scratch. Si tratta di un progetto totalmente gratuito che è stato sviluppato dal MIT sulla base delle idee di Papert. Questo progetto “insegna ai giovani a pensare in maniera creativa, a ragionare in modo sistematico e a lavorare in maniera collaborativa”, capacità ritenute essenziali per chi vivere nel ventunesimo secolo. In Italia, come riportato da Focus, il Ministero dell’Istruzione ha lanciato alcune iniziative di programmazione per bambini, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica (CINI), ma risentono della cronica mancanza di fondi. Imparare sin da piccoli a usare in maniera intelligente, e non passiva, il computer, sfruttandone le potenzialità, è fondamentale in quest’epoca. (agg. di Silvana Palazzo)
LINGUAGGIO DI PROGRAMMAZIONE PER BAMBINI
Accedendo oggi alla pagina principale del maggiore motore di ricerca, Google, l’attenzione ricade inevitabilmente sul doodle realizzato in occasione dei 50 anni dalla nascita dei linguaggi di programmazione per bambini. Da mezzo secondo, infatti, questi permettono agli utenti più piccoli di imparare a programmare un computer attraverso sistemi semplici e di facile intuizione ma che permettono di comprendere il funzionamento di un algoritmo e le modalità con le quali fornire istruzioni ad un’applicazione. Tale linguaggio rappresenta un importante traguardo e per tale ragione Google ha deciso di celebrarlo con un doodle ad hoc, che oggi prende il posto del tradizionale logo e che si va perfettamente a collocare nell’ambito delle iniziative organizzate in tutto il mondo in occasione della Computer Science Education Week, ovvero la manifestazione pensata per coinvolgere i bambini nello studio e nell’impiego dei linguaggi di programmazione. Il doodle scelto dal motore di ricerca si basa su un simpatico gioco dietro al quale ci sono alcuni principi salienti che caratterizzano i linguaggi di programmazione per bambini.
LOGO, IL PRIMO PROGETTO “FUTURISTICO”
Il primo sviluppatori di questi linguaggi è stato Seymour Aubrey Papert, un esperto informatico del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e che, come riporta Il Post, è stato considerato un vero e proprio pioniere nel settore. Insieme ad altri colleghi diede vita al primo linguaggio di programmazione per bambini, Logo, il quale consentiva di stabilire quali fossero i movimenti di una tartaruga in grado di farle sperimentare diversi tipi di esperienze, con riferimenti evidenti alla matematica e non solo. Per Papert il computer rappresentava uno strumento potenzialmente importante nella fase di apprendimento dei più piccoli. Queste idee si collocano nella fine degli anni ’60, ma già allora era evidente il grande potenziale dell’informatica e l’impatto che era poteva avere anche su utenti piccoli. Logo ebbe un’evoluzione lenta e solo dopo molti anni permise ad altri insegnanti di sviluppare, ispirandosi a lui, nuovi linguaggi di programmazione destinati ai bambini. Fu negli anni ’80 che quell’intuizione che nel decennio precedente veniva considerata troppo futuristica ed incomprensibile, divenne sempre più interessante. Ciò fu possibile anche in seguito alla diffusione dei primi personal computer anche in ambito domestico. Da quel momento, dunque, iniziarono a diffondersi anche i nuovi sistemi per la programmazione oggi usati dai bambini per imparare a programmare.