Il 3 aprile si celebra la memoria di San Luigi Scrosoppi, nato a Udine il 4 agosto del 1804. La sua famiglia gli impartisce una educazione molto rigida oltre che fortemente cattolica: sia lui che i suoi due fratelli maggiori intraprendono infatti la via del sacerdozio. Lo stesso Luigi si avvicina alla fede molto giovane: a soli dodici anni prende i voti raggiungendo appunto i fratelli Giovanni Battista e Carlo. È il 1827, il Friuli è devastato da una povertà incredibile e da una miseria sconfinata, e la sua scelta vocazionale risponde anche al richiamo di aiutare i derelitti, i poveri, coloro che hanno continuo bisogno di supporto e di assistenza. La situazione è molto difficile, ma Luigi si affida sempre alla Divina Provvidenza per portare avanti la sua missione di pace e di carità. Organizza grandi collette e con la raccolta delle elemosine riesce a portare un po’ di conforto e di aiuto ai più bisognosi. Per farlo si circonda di chi come lui ha votato la propria vita all’assistenza del prossimo: sacerdoti, maestre, con le quali, a una decina d’anni dai voti, nel 1837 fonda “Le Suore della Provvidenza”, un istituto che ha lo scopo di riunire donne di tutti i livelli sociali – ricche, povere, istruite, analfabete, nobili e popolari – tutte volte a dedicarsi all’accoglienza e all’educazione delle bambine povere, bisognose, abbandonate. Sono questi gli anni in cui, oltre che dedicarsi in maniera febbrile all’attività dell’istituto, Luigi si avvicina ancora di più agli ideali francescani, fino a quando nel 1846 diventa un “figlio” di San Filippo Neri perfezionando la sua vocazione di padre oratoriano.
Tuttavia, nella seconda metà del XIX secolo si assiste alla soppressione della Congregazione dell’Oratorio di Udine, a causa di complesse vicende politiche, e la Casa delle Derelitte da lui fondata e tutte le donne che al suo interno erano accolte si trovano in pesanti difficoltà economiche e dunque con grandi problemi di cassa e di sussistenza. Le forti posizioni anticlericali del momento si induriscono alla vigilia dell’Unità di Italia e sempre più forte si afferma la tendenza di sostituire le opere religiose con quelle civili. Sembra impossibile in questo clima una via di sopravvivenza per la Casa delle Derelitte, ma don Scrosoppi non si arrende, non si dà per vinto e riesce dopo mesi di lunghe ed estenuanti battaglie a far riaprire la Casa delle Derelitte; non ha uguale fortuna, purtroppo, con la Congregazione dei Padri dell’Oratorio che non riesce a sopravvivere. Ma nonostante questo Luigi non perde la sua passione per San Filippo Neri, né smette di predicare e praticare gli ideali da lui professati. Ma la battaglia per la riapertura della Casa delle Derelitte, seppur vincente, lo strema al minimo delle forze: dopo pochi mesi dalla sua riapertura, infatti, Luigi Scrosoppi si ammala al punto da cedere la conduzione della Casa alle suore della Provvidenza che fino a quel momento lo hanno fiancheggiato e sostenuto nelle sue dure battaglie in aiuto dei poveri e dei bisognosi.
Anche se si è allontanato dalla Casa e fisicamente non è più al fianco delle derelitte, Don Luigi continua a conservare un rapporto epistolare molto stretto con tutte e ad apportare sempre il suoi contributo prezioso alla gestione della Casa. Il 3 aprile del 1884 muore sfiancato dalla malattia. Non molti i miracoli di Luigi Scrosoppi registrati, ma uno di essi, la guarigione di un ragazzo africano, malato terminale di Aids e dichiarato fuori pericolo nel 1996 da medici laici e specializzati, gli ha procurato la candidatura alla canonizzazione avvenuta per volontà di papa Giovanni Paolo II il 10 giugno 2001.