Non fidandosi del possibile mantenimento del suo diario, in cui aveva annotato accuratamente le abitudini della sua gente, il tipo di economia, questioni politiche e religiose e anche passatempi popolari, un sacerdote spagnolo del 1777 aveva individuato, forse prima di ogni altro, una originale “capsula del tempo”. Visti i tempi, in cui saccheggi, furti e ruberie erano piuttosto di norma, il sacerdote ha trovato un nascondiglio che è durato per ben tre secoli. La cosiddetta capsula del tempo, si sa, è una abitudine nata più o meno nel XX secolo: raccogliere in contenitori speciali documentazioni del proprio periodo storico in modo che la gente del futuro venga a conoscenza di come vivevano i loro antenati. Ce ne sono di tipo scientifico, vere e proprie celle sigillate che contengono ogni tipo di oggetto, la più famosa delle quali si trova all’università di Oglethorpe ad Atlanta negli Usa allestita nel 1936 e che si aprirà da sola nll’anno 8113 (se la Terra esisterà ancora…).
“NON ERA MAI SUCCESSO”
Poi ci sono quelle lanciate nello spazio e infine questa, un crocifisso di legno all’interno della cattedrale di Burgo de Osma in Spagna. E’ successo che il crocifisso fosse stato portato a restaurare, quando gli addetti aprendone il dorso che era sempre stato attaccato alla croce, vi hanno trovato dei fogli accuratamente scritti a mano e firmati da tale Joaquin Minguez, sacerdote della cattedrale. La data era quella del 1777 e dentro il sacerdote vi aveva raccontato la vita quotidiana ai suoi tempi, una autentica capsula del tempo. Grande la sorpresa degli storici chiamati ad esaminare il documento: “Non era mai successo di trovare un diario scritto dentro un crocifisso e ci permetterà di conoscere molte cose di questa città in quell’epoca storica”. Incluso anche il nome dello scultore del crocifisso, tale Manuel Bal.