Oggi, sabato 3 novembre, si festeggiano Santa Silvia e San Martino de Porres. Santa Silvia fu una nobildonna romana, vissuta tra il 520 e il 592, moglie del senatore Gordiano e madre del futuro papa Gregorio I. Martino non venne subito riconosciuto, perché era il figlio di una relazione scomoda, e alla nascita fu registrato ufficialmente come “figlio di padre ignoto”. In realtà il padre era Juan de Porres, un aristocratico spagnolo che non poteva dichiarare pubblicamente di avere avuto una relazione con una ex schiava di colore. Martino e la sorella più piccola vissero i primi anni della loro vita con la madre, sino a che il padre decise di riconoscerli e di portarli con sé in Ecuador.
Quando però Juan de Porres fu nominato governatore di Panama, per evitare uno scandalo dalle possibili conseguenze politiche l’uomo decise di affidare sua figlia a dei parenti e di rimandare Martino dalla madre. Il ragazzo iniziò a studiare con diligenza e appena quindicenne divenne allievo nella bottega di un barbiere-chirurgo. Martino però non era soddisfatto, sentiva un forte vuoto nella sua vita e cosi si avvicinò alla fede. Nacque in lui il forte desiderio di farsi consacrare nell’ordine dei Domenicani. Riuscì presto nei suoi intenti ed entrò in convento, anche se non come religioso bensì solo come terziario. Poiché era mulatto, le regole dell’ordine non gli consentivano infatti di entrare immediatamente nell’ordine.
La vita del convento era molto dura, a Martino venivano riservati i compiti più umili, ma lui non si lamentava, era fiero di ciò che faceva. Non si offendeva neanche quando era deriso per il colore della sua pelle, anzi quando si accorse che le finanze del convento erano malmesse disse ai suoi superiori: “Non preoccupatevi, vendete me come schiavo e risolverete tutto”. La sua grande fede unita a un’immensa umiltà poco a poco convinsero l’abate del convento ad accoglierlo nell’Ordine. Fra Martino passava il suo tempo ad occuparsi dei più bisognosi e dei malati. All’arrivo della peste a Lima, Fra Martino, senza nessun aiuto, curò e guarì salvandoli da morte certa ben 60 confratelli. La gente cominciò a parlare dei prodigi compiuti dal fraticello, in alcuni casi dopo avere assistito ai suoi prodigi.
Fra Martino aveva infatti il dono dell’ubiquità, sollevava il suo corpo da terra, era in grado di discutere di complessi temi teologici senza averli mai studiati. Era inoltre capace di liberare le case infestate dai topi radunandoli in un angolo del giardino e poi sfamandoli. Tutti ormai parlavano del frate dei miracoli il quale, con il sostegno della gente, fondò a Lima il primo collegio per i bimbi poveri. Un altro Miracolo di San Martino fu la guarigione dell’arcivescovo del Messico, che riconoscente lo volle al suo fianco. Ma prima che riuscisse a raggiungerlo, in preda a attacchi di violenti febbri morì a Lima il 3 novembre 1639 all’età di sessant’anni. Fu proclamato Santo il 6 maggio 1962 da Papa Giovanni XXIII.