A Catania Agnese Vittoria è alquanto nota: studente trans, da anni ha intrapreso con l’Università catanese la “battaglia” sul doppio libretto per il riconoscimento dei diritti LGBT (in particolare, ovviamente, per i transessuali). Ecco, lo scorso 22 dicembre è stata aggredita, insultato e schiaffeggiata in un bar nel centro di Catania: ha deciso di denunciare le persone che l’hanno aggredita e oggi è sarà in diretta a Pomeriggio 5 per raccontare la sua storia da Barbara D’Urso, da anni vicina alle battaglie LGBT in ogni “salsa” possibile. I fatti sono avvenuti in un noto bar del centro, come racconta Agnese Vittoria al sito de La Sicilia: «Ero senza voce, un tè caldo mi sembrava una buona scelta»; mentre però aspetta al bancone, si accorge che un gruppetto formato da tre uomini e due donne iniziano a guardarla e deriderla in quanto forse l’hanno riconosciuta proprio per le sue note battaglie all’Università. «Ho pensato che stessero dicendo qualcosa contro di me e mi ha dato fastidio. Allora li ho ripresi. Gli ho detto che le persone non si prendono in giro, si rispettano e che se avevano tutta questa voglia di ridere potevano prendere in giro le loro madri o i loro figli. Sono sincera: ammetto che ero incavolata, ma credo di essere stata perfino troppo educata, tutto sommato», ammette la trans.
DENUNCIATI TRE UOMINI E DUE DONNE
Quelli che succede dopo è un crescere di tensione che arriva fino alle mani addosso: un donna si alza e inveisce contro Agnese, «Mi parlava col viso vicinissimo al mio, urlandomi di stare zitta, anzi di stare ‘zitto’. Con quel poco di voce che avevo cercavo di dirle che lei non c’era e non poteva saperlo. Ma niente, continuava a parlarmi addosso ed erano in tre tutti attorno a me». Addirittura, racconta la studente trans, uno le avrebbe dato uno spintone e un forte schiaffo: «Per fortuna gli altri lo hanno fermato altrimenti probabilmente mi avrebbe picchiata». Nuovi insulti, questa volta pesanti – mi ha detto ‘ricchiuni, un parri cchiù ora?”, ovvero “omosessuale, non parli più ora??” – e la studente che viene aiutata dal personale del bar nell’indifferenza degli altri avventori. Vittoria ha deciso così di denunciare il tutto, come un altro capitolo della sua lunga sfida alla città di Catania sui temi “etico-Lgbt”: «episodi del genere non devono più accadere né a me né a nessun altro. Nessuno ha il diritto di scherzare sui nostri corpi – conclude Agnese Vittoria – e anche quando ti vorresti discolpare non hai il diritto né di alzare le mani né di offendere con termini dispregiativi come “ricchione”».