Con una lettera motu proprio Papa Francesco questa mattina ha annunciato alla Chiesa la nuova creazione di un Istituto Pontificio per Matrimonio e Famiglia che somiglia sempre di più ad una università che si occuperà di morale, teologia ma anche di antropologia, difesa del creato e “fragilità umana”. È datata 8 settembre 2017, ma è stata pubblicata oggi la Lettera Apostolica Summa Familiae Cura di Papa Francesco in forma di Motu Proprio, con la quale si istituisce il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. Di fatto questo nuovo istituto annulla e prende il posto del precedente Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia stabilito a sua volta dalla Costituzione apostolica Magnum Matrimonii sacramentum del 7 ottobre 1982: come si legge nella lettera “di propria iniziativa” – questo significa “motu proprio”, ecco qui le precedenti lettere e le origini di tale nome – Papa Francesco intende ampliare sempre di più l’operatività in campo famiglia, matrimonio e non solo.
«Ho ritenuto opportuno dare un nuovo assetto giuridico all’Istituto Giovanni Paolo II, affinché «la lungimirante intuizione di San Giovanni Paolo II, che ha fortemente voluto questa istituzione accademica, oggi [possa] essere ancora meglio riconosciuta e apprezzata nella sua fecondità e attualità».[6] Pertanto, sono venuto alla deliberazione di istituire un Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, ampliandone il campo di interesse, sia in ordine alle nuove dimensioni del compito pastorale e della missione ecclesiale, sia in riferimento agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita», si legge nella lettera motu proprio pubblicata sul sito ufficiale del Vaticano. Il nuovo istituto vedrà a livello pratico un centro accademico di riferimento, al servizio della missione della Chiesa universale, nel campo delle scienze che riguardano il matrimonio e la famiglia e riguardo ai temi connessi con la fondamentale alleanza dell’uomo e della donna per la cura della generazione e del creato.
COSA CAMBIA CON IL NUOVO ISTITUTO PER LA FAMIGLIA
Le cariche di Gran cancelliere e di Preside verrano ricoperte, come nell’Istituto precedente, rispettivamente da mons. Vincenzo Paglia e da mons. Pierangelo Sequeri: proprio Paglia ha spiegato in una breve intervista a Radio Vaticana cosa cambia davvero con il nuovo Istituto per la Famiglia ora legato all’Università Lateranense. «Nella volontà del Papa la realtà della famiglia non è astratta, ma è fatta di limiti, sfide, problemi e possibilità e deve diventare protagonista del rinnovamento della Chiesa e della società, per questo va indagata e approfondita ulteriormente». Sul fronte della forma usata dal Papa, ci sono due nuovi termini come “teologico” e “delle scienze” che secondo mons. Paglia rappresentano il vero punto di svolta della decisione motu proprio del Pontefice: «comprende un irrobustimento della teologia, quindi una sottolineatura ancora maggiore dell’aspetto biblico, dogmatico della dimensione pastorale. L’altro termine è per le “scienze”, quindi aperto ad un dialogo molto più ampio con le grandi sfide del mondo contemporaneo, quindi un approfondimento della prospettiva antropologica». Come curiosità interessante, all’interno del nuovo Istituto fondato e dedicato sempre alla figura del grande San Giovanni Paolo II si troverà una nuova cattedra “Gaudium et Spes” con il compito di indagare, di proporre, di dialogare con tutte le scienze umane, perché la famiglia oggi – non in astratto – riscopra la sua vocazione.
«La grande intuizione di Giovanni Paolo II chiede di essere ampliata ed arricchita e trova una sua concretizzazione alta nel testo dell’Amoris Laetitia, dove si riflette il compito storico che il Papa chiede di avere alla famiglia. Papa Francesco chiede che la realtà delle famiglie nella loro concretezza, quindi nei limiti e nella ricchezza, nelle ferite e nel bene, possano essere protagoniste di un rinnovamento sia nella Chiesa che nella società», spiega ancora Paglia a Radio Vaticana. Al termine della lettera di Papa Francesco spiega come in tema di famiglia la «verità della rivelazione e la sapienza della tradizione della fede devono accompagnarsi all’intelligenza del tempo presente».