Sono trascorsi poco più di due anni dalla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati di Pordenone freddati il 17 marzo del 2015; e tra meno di una settimana dovrebbe svolgersi una delle udienze più attese dell’intero processo a carico di Giosué Ruotolo, l’ex commilitone di Ragone imputato per il duplice omicidio. Il 31 marzo, infatti, a prendere la parola in aula dovrebbe essere proprio il 27enne che, nella memoria difensiva depositata dai suoi legali, come riportato da Il Giorno, si era proclamato innocente ritenendo “impossibile che io mi trovi qui per fatti successi a dei ragazzi come me che addirittura ho conosciuto, con Trifone avevo anche vissuto”. Una delle tesi dell’accusa, tra l’altro, è che Teresa Costanza sia stata uccisa per una casualità. La lodigiana avrebbe pagato il fatto di trovarsi in compagnia di Trifone al momento dell’agguato e per questo sarebbe stata eliminata dal killer. Uno dei fratelli di Teresa, Calogero, intervenendo in aula ha ricordato con commozione il legame solidissimo tra la coppietta di Pordenone che, a quanto pare, Ruotolo avrebbe voluto separare facendo credere alla ragazza che il suo fidanzato fosse solito tradirla:”Teresa e Trifone volevano sposarsi, costruire una famiglia insieme, si amavano tantissimo”. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
Il movente del duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati freddati il 17 marzo di due anni fa nel parcheggio del Palasport di Pordenone, potrebbe venire presto a galla in modo definitivo. Ne sarebbe convinta la criminologa Roberta Bruzzone, che proprio nei giorni scorsi ha preso parte ad una importante udienza del processo che si sta celebrando in Corte d’Assise a Udine e che vede unico imputato l’ex militare 27enne, Giosuè Ruotolo. L’esperta ha avanzato la sua ipotesi intervenendo nuovamente sull’intricato caso tra le pagine del settimanale Giallo, ed indicando il cellulare dell’ex fidanzata del solo imputato come il custode della prova lampante del delitto di Trifone e Teresa. All’interno del dispositivo, infatti, gli inquirenti avrebbero rinvenuto, tra i tanti, un particolare messaggio estratto dalla cartella “note” e che la Bruzzone definisce senza mezzi termini “importantissimo” in quanto “certifica il movente individuato dalla Procura”. Si tratta nello specifico di un messaggio che tenterebbe di stemperare la tensione fra Trifone e Giosuè Ruotolo, nata dopo la scoperta del militare di Adelfia in merito al misterioso profilo “Anonimo anonimo” dal quale erano partiti i messaggi molesti alla fidanzata Teresa via Facebook. Trifone aveva infatti scoperto da poco che dietro all’account si celava l’ex commilitone Giosuè che, a sua volta, stava facendo di tutto per mettere in cattiva luce l’ex coinquilino agli occhi della fidanzata Teresa. Per tale ragione Trifone aveva intenzione di querelarlo, anche se questo avrebbe potuto significare grossi guai per la futura carriera militare di Ruotolo. Il messaggio ritrovato sul cellulare della giovane studentessa di Somma Vesuviana, indagata a piede libero per favoreggiamento, secondo la criminologa Roberta Bruzzone tentava di “sottrarre” Ruotolo alle conseguenze penali e professionali della denuncia. L’esperta è particolarmente legata al caso dei due fidanzati uccisi, freddati con diversi colpi di pistola all’uscita dalla palestra, in quanto veste il ruolo di consulente tecnica dei genitori di Trifone Ragone e proprio nei giorni scorsi era intervenuta in aula evidenziando come dietro il duplice omicidio, per il quale resta imputato Giosuè Ruotolo, a sua detta ci sarebbero non una ma due teste, “una in regia e una nella fase esecutiva”. Se il movente dovesse trovarsi realmente nel cellulare di Rosaria Patrone e dovesse riguardare, così come evidenziato, uno scambio di messaggi tra la ragazza e l’allora fidanzato Giosuè Ruotolo, appare sempre più chiaro il riferimento della criminologa ai due soggetti. Avendo avuto modo di esaminare l’intera documentazione sul delitto di Trifone e Teresa, l’esperta si è potuta dunque fare anche un’idea piuttosto chiara sulla dinamica del crimine e sui messaggi scambiati tra i due ex fidanzati sia prima che dopo il duplice delitto della coppia.