Nella giornata del 19 febbraio la Chiesa Cattolica Romana ricorda e festeggia tra gli altri la figura di San Barbato da Benevento, che nel corso della propria vita terrena è stato ordinato vescovo di Benevento mettendosi in evidenzia per la sua incrollabile fede e desiderio di aiutare il prossimo. San Barbato, stando alle poche notizie certe sul proprio conto, dovrebbe essere nato intorno all’anno 602 dopo Cristo nel piccolo paesino di Castelvenere che si trovava in quella che oggi viene conosciuta come l’attuale provincia di Benevento per cui nella regione Campania. Probabilmente San Barbato è cresciuto in un ambiente molto votato alla religione cristiana ma queste sono soltanto delle ipotesi visto che in pratica della prima parte della vita del Santo non si conosce assolutamente nulla di certo. Le prime notizie si hanno quando diventa per l’appunto il vescovo della città di Benevento ed inoltre viene ricordato in alcuni scritti religiosi come “l’apostolo del Sannio”. La prima data ufficiale in cui si ha traccia della presenza di San Barbato è quella del 664, ossia l’anno nel quale San Barbato è stato eletto vescovo ed inoltre è certa anche la sua presenza nel Concilio Romano voluto fortissimamente dall’allora pontefice Agatone nell’anno 680. Nell’anno seguente a rimarcare la considerazione che si aveva all’epoca nei propri confronti, San Barbato dovette presenziare un altro concilio che questa volta si tiene nella città di Costantinopoli, nel quale si ebbe modo di parlare di questioni spiccatamente religiose e teologiche ossia convergendo sul fatto che le due volontà e le due nature di nostro Signore Gesù Cristo fossero racchiuse nella sola persona del verbo. Tuttavia i principali meriti di San Barbato furono quelli di avere una certa incidenza da un punto di vista etico, culturale e religioso su tutta la comunità dell’Italia Meridionale che in quel periodo era sicuramente in una situazione non facile. Infatti, San Barbato riuscì nell’imprese di ristrutturare tutta l’organizzazione delle diocesi, facendo leva su questioni di natura morale religiosa e ottenendo risultati straordinari. Inoltre, diede una nuova disciplina alla diocesi ed alla parrocchie, le quali precedentemente sotto questo punto di vista lasciavano molto a desiderare. Lo stesso San Barbato in diverse parrocchie in cui mancava una guida religiosa all’altezza della situazione, in attesa che essa venisse trovata, decise di farsi carico personalmente di gestirla.
Nel 668 decise di unire la diocesi beneventana con quella che del Monte Santangelo sul promontorio del Gargano nell’attuale regione della Puglia, formando così una sorta di metropoli della quale lui ne fu guida per oltre diciotto anni. L’unione di queste chiese, fu voluta in prima persona dal pontefice Vitaliano, come segno di gratitudine per la straordinaria opera che San Barbato stava portando avanti nella parte meridionale dell’Italia. Tra le principali opere di San Barbato c’è senza dubbio la vicenda che lo vede in grado di convertire i Longobardi al Cristianesimo. San Barbato è morto il 19 febbraio 683, le relative reliquie di cui una parte sono conservate al Santuario di Montevergine in provincia di Avellino ed in parte nel Duomo della città di Benevento. San Barbato è patrono di diverse città e cittadine come Benevento e Cicciano in provincia di Napoli. A Castelvenere, dove San Barbato è ugualmente patrono, in suo onore ci sono solenni festeggiamenti con la cosiddetta festa del Tuono che prevede una vera e propria gara di genere pirotecnico. Dal punto di vista agiografico, si racconta come durante l’assedio di Benevento messo in atto dall’imperatore bizantino Costante, San Barbato promise che la città sarebbe rimasta libera nel caso in cui i Longobardi si fossero convertiti. La cosa avvenne con l’imperatore ed il suo esercito che andò via da Benevento per la gioia dei cittadini. Si racconta che proprio dopo questo fatto, San Barbato venne eletto a furor di popolo vescovo.