Tra gli oggetti sequestrati nella canonica di Ca’ Raffaello, nell’Aretino, presso la quale operava Padre Graziano, l’uomo accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia, sarebbe stato rinvenuto il borsello della donna misteriosamente scomparsa il primo maggio del 2014. La notizia clamorosa è emersa nel corso dell’ultima udienza per il processo al frate di origine congolese, il quale dopo i suoi arresti domiciliari nel convento romano, aveva preferito non presentarsi ad Arezzo. A confermare l’appartenenza dell’oggetto a Guerrina sarebbero state le sorelle della casalinga 50enne sollevando così diversi dubbi: cosa ci faceva il borsello della donna tra le cose di Padre Graziano? L’oggetto in questione, sarebbe stato rinvenuto in seguito ad una perquisizione in canonica compiuta il 16 settembre di due anni fa all’interno di un trolley, proprio nella camera del sacerdote. Il Corriere di Arezzo che da sempre segue il giallo di Guerrina Piscaglia, ha reso note le dichiarazioni del religioso che dal convento che lo ospita ha ancora una volta evidenziato la sua estraneità rispetto ai fatti per i quali è accusato. “Non c’entro nulla con quell’oggetto, prendano pure impronte digitali e facciano Dna…”, ha riferito Padre Graziano al suo avvocato difensore dopo l’udienza in Corte d’Assise. “Se avevo qualcosa da nascondere non lo avrei certo lasciato lì”, ha ancora aggiunto Padre Alabi, la cui posizione è ora destinata a compromettersi ulteriormente. Già fissata la data della successiva udienza che si svolgerà ad Arezzo il prossimo 19 febbraio: Padre Graziano sarà presente o anche questa volta preferirà restare nel convento a Roma?