Il caso di Eleonora Bottaro, la giovane appena 18enne morta lo scorso 28 agosto a causa una grave forma di leucemia aveva scosso non poco l’opinione pubblica. La ragazza aveva infatti rifiutato di sottoporsi alla chemioterapia per la cura della grave malattia della quale soffriva ma questo le procurò il decesso aprendo così oltre che un acceso dibattito sull’argomento anche un fascicolo d’indagine da parte della procura di Padova e che si è chiuso proprio in questi giorni. Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto nella sua edizione online, i genitori di Eleonora Bottaro sarebbero stati raggiunti da un avviso di garanzia e sarebbero ora indagati, quindi rischiano il processo con l’accusa di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento. Ciò significa che, secondo la Procura, Lino Bottaro e Rita Benini avrebbero osteggiato qualsiasi cura medica portando Eleonora (ancora minorenne fino a 15 giorni prima del decesso) a convincerla non solo dell’inutilità della chemioterapia ma anche della sua pericolosità. Al posto della chemio le erano state date cure palliative basate su metodi naturali ma che non sarebbero state in grado di contrastare la gravità della sua leucemia portandola alla morte.
Era stata la stessa Eleonora Bottaro, in accordo con i suoi genitori, a rifiutare la chemioterapia prescritta dai medici che l’avevano avuta in cura presso l’ospedale di Padova e di affidarsi alle cure alternative. Il suo calvario, durato solo pochi mesi, ebbe inizio a dicembre quando, in seguito ai primi accertamenti le fu diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Secondo i medici, la giovane allora 17enne avrebbe avuto buone possibilità di sconfiggere la malattia se solo si fosse sottoposta alla chemio, ma la famiglia si rifiutò di seguire i consigli dei medici. I genitori si affidarono al metodo Hamer secondo il quale il tumore sarebbe solo un effetto di un grande trauma psicologico. Nel caso di Eleonora, per la sua famiglia era legato alla morte del fratello, avvenuta tre anni prima a causa di un aneurisma. La stessa ragazza condivideva le idee dei genitori, fino a quando i medici chiesero l’intervento della direzione sanitaria e del tribunale dei Minori, che in via provvisoria procedette a revocare la responsabilità genitoriale nominando un tutore. Eleonora Bottaro, di contro, aveva espresso le motivazioni della sua scelta in un memoriale di 20 pagine destinato ai magistrati nel quale spiegava di essere d’accordo con la tesi dei genitori e di aver vissuto mesi prima il dramma della morte di un’amica in cura con la chemio. I giudici allora riconobbero la maturità della giovane e permisero alla famiglia di cercare strutture alternative dove poter curare la figlia. Dopo un periodo di miglioramento in seguito alla somministrazione di massicce dosi di Vitamina C e cortisone presso una struttura svizzera, le condizioni di salute di Eleonora precipitarono. Divenuta maggiorenne, la ragazza decise di proseguire con le medesime cure, ma dopo poco andò incontro alla morte.