E’ in programma questa sera, nella giornata in cui si celebrano i santi Pietro e Paolo, la rievocazione storica della Girandola con 22 minuti di spettacolo pirotecnico sopra il mausoleo di Elio Adriano. Il tradizionale appuntamento si terrà dalle 21.40 alle 22, quindi a partire dalle 21 alle 22.30 potrebbe essere chiuso al transito lungotevere Altoiti/Tor Di Nona e ponte Vittorio Emanuele II: per quando riguarda il servizio del trasporto pubblico, l’Agenzia per la Mobilità di Roma fa sapere che sono possibili deviazioni o fermi a vista per le linee 23, 34, 40, 46, 62, 64, 115, 190F, 280, 870, 881 e 916F. Inoltre, sempre per la per la Festa dei Santi Patroni di Roma, risultano chiuse anche le strade limitrofe alla Basilica di San Paolo fuori le Mura: in particolare sono chiuse via Ostiense (dall’incrocio con via Baldelli), viale Giustiniano Imperatore (il fornice in direzione Ostiense) e via delle Sette Chiese (incrocio con viale Leonardo da Vinci). Deviate le linee 23, 128, C8 e, questa notte, anche le linee n2 e n3.
Sono molti i proverbi dedicati a San Pietro e a San Paolo, i due santi celebrati oggi 29 giugno dalla Chiesa cattolica. A Genova si dice per esempio “San Pé te tia pe’ i pê” (San Pietro ti tira per i piedi) e “San Pé u ne veu un pe lê” (San Pietro ne vuole uno per lui. In Veneto ci sono invece tre proverb che riguardano la festività dei Santi Pietro e Paolo: “L’è vero, l’è vero l’è rivà San Piero.L’è vero, l’è vero l’è rivà la barca de San Piero”, “Se piove a San Paolo e Piero piove par on ano intìero”, “Se te vol on bel zinquantin, semena prima de San Pierin” . Altri detti sono: “San Paolo e Pietro piovosi, per 30 giorni sono dannosi”, “Chi loda San Pietro, non biasima San Paolo”, “Per San Pietro (29 giugno) il villano ha falce in mano”, ”Per San Pietro (29 giugno) o paglia o fieno”.
In occasione della festa dei santi Pietro e Paolo che si celebra oggi, Papa Francesco è tornato a parlare della persecuzione dei cristiani, “le atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni, purtroppo ancora oggi presenti in tante parti del mondo, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutti”. In occasione della stessa Santa Messa, il Santo Padre ha accolto i nuovi 46 arcivescovi metropoliti provenienti da tutto il mondo ed eletti negli ultimi dodici mesi. Presenti anche una delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli e una della chiesa ortodossa finlandese. Nel corso dell’omelia, il Pontefice ha commentato la lettura dagli Atti degli apostoli in cui si parla della prima comunità cristiana perseguitata: “Vorrei oggi venerare il coraggio degli Apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano; venerare la loro vita cristiana che per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”. Francesco ha ricordato come le catacombe fossero prima di tutto un luogo di preghiera e che il cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto e non è mai solo, invitando i fedeli a saper vedere gli angeli e a non lasciarli fuori della porta. Ai nuovi arcivescovi, ha ricordato la preghiera, la fede e la testimonianza.
L’infiorata è una manifestazione storica oraganizzata dalla Pro Loco Roma Capitale: un tripudio di colori e arte. Questa tradizionale decorazione floreale è nata a Roma nella prima metà del XVII secolo e si terrà oggi, in occasione della festa di San Pietro e Paolo, patroni della Capitale, in piazza Pio XII. Saranno esposti quadri realizzati con petali di fiori freschi e secchi e trucioli di segatura. Il tutto en plein air, durante la Santa Messa e l’Angelus di papa Francesco. Per l’occasione saranno utilizzati 500mila fiori per decorare oltre 3mila mq di opere floreali che saranno realizzate dai maestri infioritori che provengono da ogni parte del mondo. Un evento che già nel 1600 vedeva quadri floreali realizzati per i patroni di Roma davanti alla Basilica di San Pietro. La tradizione di creare quadri floreali pare sia nata nella Basilica Vaticana ad opera di Benedetto Drei e di suo figlio Pietro, nel 1625.
Oggi, 29 giugno 2015, a Roma, in occasione della festa di San Pietro e Paolo, torna la “Girandola di Castel Sant’Angelo”. Si tratta di un grandioso spettacolo pirotecnico che alle 21.40 di oggi avvolgerà il mausoleo di Adriano. L’ideatore della “Girandola” fu nel 1481 Papa Sisto IV, mentre tra i maestri che contribuirono a renderla spettacolare ci furono Michelangelo Buonarroti e Bernini. Quella di quest’anno, per la prima volta, si terrà su musica barocca di Handel, Bach e Vivaldi. Altra novità: la parata delle imbarcazioni storiche delle società che partiranno a monte di Castel Sant’Angelo a partire dalle 18. La regata di canottaggio è stata istutuita dal reale Circolo Canottieri Tevere Remo con il Comitato Regionale Lazio della Fic e la partecipazione dei Circoli Storici romani.
Il 29 giugno coincide con la data prescelta dalla Chiesa per celebrare la solennità dei Santi Pietro e Paolo. Lo scorso anno la ricorrenza è caduta di domenica, dando modo a Papa Francesco di inserire all’interno dell’angelus domenicale un commento riguardante queste due figure cruciali nella storia del cristianesimo. Da Piazza San Pietro il Santo Padre ha specificato come “la fede in Gesù Cristo” di Pietro e Paolo, “li ha resi fratelli e il martirio li ha fatti diventare una sola cosa”. Bergoglio non ha mancato di sottolineare le differenze che caratterizzano i due:”San Pietro e San Paolo, così diversi tra loro sul piano umano, sono stati scelti personalmente dal Signore Gesù”, chiarendo però i punti in comune:”hanno risposto alla chiamata offrendo tutta la loro vita. In entrambi la grazia di Cristo ha compiuto grandi cose, li ha trasformati. Eccome li ha trasformati! Simone aveva rinnegato Gesù nel momento drammatico della passione; Saulo aveva perseguitato duramente i cristiani. Ma entrambi hanno accolto l’amore di Dio e si sono lasciati trasformare dalla sua misericordia; così sono diventati amici e apostoli di Cristo.” Il Santo Padre ha preso ad esempio la storia di San Pietro e San Paolo, ricordando:”Anche noi, se per caso cadessimo nei peccati più gravi e nella notte più oscura, Dio è sempre capace di trasformarci, come ha trasformato a Pietro e a Paolo; trasformarci il cuore e perdonarci tutto, trasformando così il nostro buio del peccato in un’alba di luce. Dio è così: ci trasforma, ci perdona sempre, come ha fatto con Pietro e come ha fatto con Paolo”.
Il 29 giugno si celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo, due figure di importanza capitale per la Chiesa. Pietro è stato l’apostolo designato da Gesù a succedergli nella predicazione e nella diffusione della dottrina, fattore che lo ha decretato di fatto primo papa della storia. Paolo, invece, fu il maggiore diffusore del cristianesimo presso i popoli del medio Oriente e della sua opera di conversione rimangono le sue lettere indirizzate alle diverse comunità di fedeli che egli stesso aveva fondato.
I Santi Pietro e Paolo trovarono la morte a Roma con il martirio, si stima attorno all’anno 67 d.C., durante la prima persecuzione voluta da Nerone. Le vite dei Santi Pietro e Paolo, almeno nella loro prima parte furono profondamente diverse. Pietro, il cui nome era Simone, era nato in Galilea, a Betsaida, nei pressi del lago di Tiberiade e, insieme al fratello Andrea, faceva il pescatore.
Fu il primo dei seguaci di Gesù e, secondo il Vangelo, fu proprio lui ad attribuirgli il nome di Pietro con la celebre frase “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”. Una frase che indicava che era stato scelto come suo successore. Pietro, dopo aver assistito alla morte e resurrezione di Gesù, assunse il comando degli apostoli e del piccolo gruppo di seguaci.
Dopo la Pentecoste, Pietro iniziò la sua predicazione in Palestina e compì diversi miracoli, tra cui la guarigione di un paralitico, ma i sacerdoti non vedevano di buon occhio l’affollarsi del popolo attorno all’apostolo e procedettero ben tre volte a farlo arrestare. L’ultima prigionia terminò grazie a un miracolo, infatti il santo si addormentò all’interno della cella e, al suo risveglio, si ritrovò libero. Dopo questo episodio Pietro lasciò la Palestina e si diresse verso Roma, facendo però tappa in diverse città dove fondava le nuove chiese e, a Antiochia, divenne il capo della nuova comunità cristiana.
Secondo la tradizione, Pietro sbarcò in Puglia verso il 42 d.C. e, dopo aver convertito quelle genti, si diresse verso Roma dove proseguì con la sua predicazione. Nella capitale dell’Impero incontrò nuovamente un suo vecchio antagonista, Simon Mago e l’apostolo non tardò a manifestare la potenza della parola di Dio contro i miseri trucchi del mago con la resurrezione del figlio di una matrona.
Quando Nerone, nel 64 d.C. scatenò la persecuzione, Pietro era ben deciso a lasciare Roma e, incamminatosi lungo la via Appia, gli apparve Gesù. Celeberrima la frase con cui si rivolse al maestro: “Domine, quo vadis?” e alla risposta che il Cristo si recava a Roma, Pietro decise di tornare e affrontare il suo destino.Venne infatti arrestato ma riuscì a fuggire, ritrovato poi dalle guardie venne crocifisso a testa in giù perché non si riteneva degno di morire come nostro Signore. Sepolto in un luogo nei pressi del colle Vaticano,
Costantino fece poi costruire qui una basilica in suo onore, basilica che è divenuta il centro della cristianità. San Paolo, il cui nome era Saulo, era originario di Tarso (Turchia) e pur essendo ebreo, era cittadino romano. Nato in una famiglia benestante, aveva seguito studi religiosi e filosofici ed era uno strenuo oppositore della dottrina predicata dagli apostoli. Negli Atti degli Apostoli si narra addirittura che era presente all’uccisione di Stefano, il primo martire.
La vita di Saulo cambiò completamente quando, sulla via che conduceva a Damasco, egli venne abbagliato dalla luce del Cristo, mentre una voce gli chiedeva perché continuasse a perseguitarlo. Assunto allora il nome di Paolo, Saulo iniziò anch’egli la predicazione del cristianesimo, dapprima presso gli Ebrei, poi vista la sua conoscenza delle lingue, diffuse la Buona Novella nelle città greche. Tracce della sua opera si riscontrano nelle diverse lettere che scrisse alle varie comunità cristiane.
La sua ultima missione ebbe come meta Roma e, proprio nella capitale dell’Impero, trovò la morte durante la prima persecuzione di Nerone. Torturato, non poté essere crocifisso in quanto cittadino romano e morì per decapitazione.Santi Pietro e Paolo vennero scelti come patroni di Roma e il 29 giugno si tengono solenni cerimonie religiose nelle basiliche a loro dedicate. I due santi vengono però ricordati in moltissime parrocchie italiane e del mondo e, fino a qualche decina di anni fa, il 29 giugno era una festività nazionale, oggi spostata alla domenica successiva.