È una inchiesta lunghissima e con esiti importantissimi per la lotta alla Mafia ma rappresenta anche un nodo politico non indifferente visto quanto emerso dalle foto durante la campagna elettorale in Sicilia per le Regionali con Luigi Di Maio. Ovviamente questo non significa che il Ministro abbia legami con esponenti di cosche mafiose, resta una semplice foto, ma è l’opportunità creatasi che fa discutere specie per la tradizionale “modalità” del M5s di attaccare tutti gli altri partiti per motivi assai simili. Su Twitter, l’ex Ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha da poco scritto «Di Maio con il presunto tesoriere della nuova mafia. Può capitare. Ma per una foto simile l’ex ministro Poletti è stato massacrato dalla propaganda #M5S. La consueta #doppiamorale grillina. Quando finiranno di usare il web per manganellare gli avversari sarà comunque troppo tardi». Nell’operazione condotto dall’Antimafia siciliana, la Guardia di Finanza ha poi sequestrato quel bar (Caffetteria Aurora) e diverse altre attività commerciali che sarebbero tutte riconducibili al “presunto tesoriere della Mafia” Giuseppe Corona. (agg. di Niccolò Magnani)
SPUNTA LA FOTO CON DI MAIO
Giuseppe Corona, ritenuto il “tesoriere” della nuova mafia che si è insediata a Palermo dopo la morte di Riina, risulta essere tra i 28 arrestati nell’ambito dell’Operazione Delirio messa a punto all’alba di oggi nel capoluogo siciliano. Per gli inquirenti sarebbe proprio lui il personaggio chiave della riorganizzazione mafiosa dopo la morte del boss e lo stesso avrebbe contribuito a creare nuove strategie economiche di Cosa Nostra. I social rientravano nelle sue strategie di comunicazione poiché, come spiega Repubblica.it, qui era solito lanciare messaggi. Un vero e proprio padrino 2.0, dunque, il quale aveva puntato tutto sulla comunicazione nella nuova era mafiosa partita dopo la morte di Riina. Forse, un messaggio era rappresentato anche da quella foto che campeggia nella pagina Facebook della Caffetteria Aurora, rinomato bar sito proprio davanti al porto di Palermo. E proprio qui nel 2017, in piena campagna elettorale in vista delle Regionali, era passato anche Luigi Di Maio concedendosi ad uno scatto oggi in bella vista sulla pagina social del locale, sequestrato nel corso del maxi blitz di questa mattina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
OPERAZIONE DELIRIO: TESORIERE CORONA TRA GLI ARRESTATI
Sono 28 in tutto gli arresti eseguiti dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di finanza, coordinato dalla Dda di Palermo nell’ambito dell’operazione “Delirio” che fa riferimento ad una inchiesta in corso sulle cosche mafiose palermitane. A darne notizia è il Giornale di Sicilia nell’edizione online che spiega come quattro dei 28 finiti in manette, sono ai domiciliari – tra questi anche il noto avvocato Nico Riccobene, già indagato in passato – mentre per altri 19 indagati è stato disposto il divieto di dimora. A finire nel mirino degli inquirenti sono stati prestanome ed estortori appartenenti a diversi clan del capoluogo siciliano. L’inchiesta ha portato alla luce quella che è la nuova mafia dopo Riina, ancora in cerca di equilibri e di nuovi capi, ma soprattutto di nuovi business. Dalle indagini è emerso il ruolo di Giuseppe Corona, che dopo la morte di Riina si è fatto sempre più strada tra i nuovi assetti mafiosi, soprattutto nel campo del riciclaggio di denaro. Sarebbe stato proprio il boss emergente di Cosa nostra, secondo gli investigatori, a gestire gli investimenti in varie attività (negozi e tabaccherie) per conto di famiglie mafiose e affidandosi ad insospettabili prestanome.
GIUSEPPE CORONA, PERSONAGGIO CHIAVE DELL’INCHIESTA
L’operazione che ha portato ai 28 arresti a Palermo e denominata “Delirio” è stata eseguita alle prime luci dell’alba ma non si è ancora del tutto conclusa poiché sono in atto anche una serie di perquisizioni e sequestri a scapito di società ed immobili per diversi milioni di euro. Il personaggio chiave dell’intera inchiesta resta comunque Giuseppe Corona, definito il “re” del riciclaggio poiché dalle sue mani sarebbero passati fiumi di denaro sporco guadagnato con il traffico di droga, poi ripulito e investito in attività lecite tra cui bar, tabacchi ed immobili. Il suo nome tuttavia era già noto alle forze dell’ordine poiché spuntava negli atti di un’altra inchiesta che lo scorso anno portò all’arresto dei vertici del clan mafioso di Resuttana guidato dai boss stragisti della famiglia Madonia. Gli stessi Madonia avrebbero affidato a Corona il loro tesoro da ripulire e le scommesse dell’ippodromo, poi sequestrate per mafia. In modo ufficiale Corona era un “semplice” cassiere di una caffetteria di fronte al porto palermitano ma in realtà rappresentava a tutti gli effetti il “tesoriere” di Cosa Nostra. Sulla sua pagina Facebook, proprio dalla Caffetteria Aurora – questo il nome del bar – Corona aveva pubblicato una foto che lo ritraeva con Luigi Di Maio, giunto nel suo bar proprio nel corso della campagna elettorale per le Regionali del 2017. Oltre a Di Maio, nella foto anche Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del M5s e il cognato di Corona, Fabio Bonaccorso, titolare del bar posto sotto sequestro.