L’Occidente di oggi è la prima società della storia costruita senza Dio e senza la fede: e come tale, rischia l’autodistruzione. Suona più o meno così l’allarme lanciato da uno dei massimi esperti culturali, sociali e religiosi d’Europa, il britannico Neil MacGregor, ex direttore del British Museum dal 2002 al 2015 e ora autore per Adelphi della “Storia del mondo in cento oggetti”. Sabato scorso sul Financial Times (come ha ricordato oggi il Foglio), un articolo presentava la nuova mostra organizzata proprio da MacGregor al British Museum, dal titolo “Living with gods” in cui viene mostrato e denunciato l’estrema pericolosità di una società secolarizzata e senza Dio, nel tentativo invece di rendere evidente la grande profondità e ricchezza di tutto quel mondo che lentamente sta venendo sbarazzato dalla società moderna. In prima battuta l’Inghilterra, ma non solo, con MacGregor che punta amaramente l’indice verso l’intero Occidente. «Siamo la prima società a funzionare senza religione», ha detto il grande esperto sulla Bbc, presentando un documentario dallo stesso titolo della mostra. Dall’Inghilterra all’Europa, il passo è breve e non c’è Brexit che tenga, le società sono su questo praticamente uguali: «siamo una società molto atipica. Stiamo cercando di fare qualcosa che nessuno ha mai tentato prima. Vivere senza narrativa comune, un cambiamento iniziato negli anni Sessanta».
DALL’ATEISMO ALLA DITTATURA
Secondo Janan Ganash, che ha presentato la mostra sul quotidiano britannico, “la stranezza” della globalizzazione non ha fatto altro che produrre questo mondo: «gli hub della globalizzazione, come Londra, sono atei, quasi di carattere nichilista ma aspirano a ospitare un mondo esterno principalmente religioso». Secondo il giornalista britannico, il paradosso mostrato da questo “rapporto” tra società atea e polo di attrazione per le religioni non occidentali (su tutti, Islam e induismo), vede in Londra il suo più completo “compimento”: «è diventata un centro per la finanza islamica mondiale, mettendo il suo spirito commerciale al servizio degli investitori religiosi». Ma il risultato è la perdita, costante e sempre più veloce, della coscienza religiosa della propria tradizione: tornando al documentario firmato MacGregor, ciò che stupisce in senso negativo lo storico e esponente della cultura europea è proprio l’oblio della società per la sua componente religiosa. «In Gran Bretagna, il nostro capo di stato è stato investito del suo potere direttamente da Dio in un rituale pubblico ma la maggior parte dei cittadini lo ignora. Quell’idea si è dissolta con incredibile velocità in questo Paese», denuncia MacGregor prima di aggiungere forse il punto centrale di questa disamina sulla società scristianizzata e senza più fede. «L’idea di sparare religione e politica è impossibile. Entrambi parlano di come ci si relaziona con il mondo intorno»: secondo lo storico, la religione è al centro di come le persone fanno funzionare la comunità e per questo motivo perdere questo legame, questa relazione, ha acuito se non di fatto generato una perdita generale di comunità e una frammentazione della società come ultimo elemento risultante.
Una società atea, dimentica della proprio tradizione ed esposta ad un rischio gigantesco: nella mostra campeggia un poster di Vladimir Menshikov, “Non c’è alcun Dio” composto nel 1075. Si tratta di un oggetto che invita chiaramente ad eliminare la religione nella società, esattamente come quella stessa società particolare da cui proveniva: l’Unione Sovietica, nient’altro che un regime, una dittatura fondata sull’ateismo. Come ricordava un passato editoriale illuminante dell’Osservatore Romano (quotidiano del Vaticano) a riguardo, «Volgendo uno sguardo retrospettivo sull’ateismo politico coltivato dal nazionalsocialismo in Germania o sul programma stalinista di estinzione della Chiesa, realizzato nell’Unione Sovietica, risulta ancora più evidente il carattere disumano e intollerante di tale neo-ateismo. Appare infatti chiaro che il cosiddetto ateismo scientifico difficilmente può opporre resistenza al suo stesso trasformarsi in ateismo quale visione globale del mondo e dunque quale programma politico-totalitario di assoluta disumanità».