Babbo Natale e le tradizioni cristiane
Insomma, Babbo Natale esiste ed è un Santo: a chi vi dice il contrario, provate la pietà giusta che merita e provate a raccontare la tradizione millenaria di questo straordinario Santo della Chiesa Cattolica in larga parte del mondo riconosciuto come il tramite tra i deboli e la misericordia di Dio che vicino al Natale viene ogni anno per salvare ogni singola persona. In Italia, in particolare, la tradizione di San Nicola che porta regali ai bimbi è festeggiata sopratutto a Bari, Molfetta, Trieste e Bolzano, oltre al Veneto e all’intero Friuli Venezia Giulia. Alcuni lo chiamano San Nicolò, altri Santa Claus, altri si sono “ambientati” con la modernità e lo chiamano come tutti Babbo Natale. Ma San Nicola resta sempre lui: molto popolare anche in altri paesi Europei, Paesi Bassi, Francia, Belgio, Austria, Svizzera, Germania, Estonia e Repubblica Ceca. Particolare la storia del santo in Olanda, come spiega Famiglia Cristiana: culto portato a Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam), «sotto il nome di Sinterklaas, dando successivamente origine al mito nordamericano di Santa Claus, che in Italia è quindi diventato Babbo Natale. Sinterklaas appare come personaggio in numerose storie a fumetti Disney di produzione olandese». (agg. di Niccolò Magnani)
Reliquie prestate alla Russia
La scorsa estate Papa Francesco ha provato un passo decisivo di riavvicinamento tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa di Russia, proprio con San Nicola come “fulcro” di questo passaggio storico: prima il patriarca russo Kirill ha donato al Papa un’icona della tradizione ortodossa, e in tutta risposta Bergoglio ha deciso che un frammento di 13 centimetri di una costola sinistra del Santo sarebbe andata in Russia per essere venerata anche da chi non può permettersi il viaggio in Italia per tutte le reliquie e le spoglie del Santo venerato a Bari ma in quanto Santa Claus praticamente in tutto il mondo. San Nicola non è solo il patrono di Bari ma è anche il santo più venerato della chiesa ortodossa di Mosca. Ogni anno migliaia di russi arrivano in Puglia per pregare davanti alle reliquie; da quanto i resti di San Nicola erano stati traslati a Bari nel 1089 nono avevano mai lasciato la città pugliese, fino alla decisione di Francesco nel tentativo di riavvicinare un fratello “staccato” come quello ortodosso. Lo scorso 12 luglio il ritorno in Puglia delle reliquie dopo un incredibile successo di pubblico e fedeli nei due mesi in cui sono state esposte a San Pietroburgo. Un Santo che unisce, una fratellanza che si riscopre nell’amore per Dio e di Dio tra tutti i suoi figli, cattolici e ortodossi che siano. (agg. di Niccolò Magnani)
La vera storia di Babbo Natale
Inutile girarci intorno, San Nicola è famoso nel mondo non tanto per essere il patrono di Bari e l’originario di Myra, ma per portare in giro pacchi regalo ai bambini di tutto il globo. Sì, proprio lui è Babbo Natale, il magnifico Santa Claus che da anni viene “venerato” da bambini di tutto il mondo per la sua slitta e i suoi regali in dono per i cieli nella Notte di Natale. Santa Claus (letteralmente, San Nicola per i Paesi nordici) porta i regali in quanto diverse tradizioni nelle varie popolazioni mondiali hanno nel tempo mantenuto tratti simili per un Santo ritenuto difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Come spiega bene Famiglia Cristiana, il motivo dell’assimilazione di San Nicola come Babbo Natale forse deriva da un episodio della sua vita reale che da Vescovo si imbatté in una famiglia nobile e ricca caduta poi in miseria: «Il padre, che si vergognava dello stato di povertà in cui versava, decise di avviare le figlie alla prostituzione. Nicola, nascondendosi, lasciò scivolare dalla finestra dell’abitazione dell’uomo tre palle d’oro, che ricorrono nell’iconografia classica con cui viene rappresentato, grazie alle quali l’uomo poté far sposare le figlie e risparmiare loro l’onta della prostituzione». Due elementi poi lo hanno definitivamente consacrato (perdendo però un’aurea cristiana, che la Chiesa ha prontamente rivendicato in questi anni cercando di unire le tradizioni e non di separarle): una poesia di lement Clarke Moore ad inizio 1800 rende Santa Claus il Babbo Natale che oggi conosciamo, oltre ovviamente alla pubblicità della Coca Cola che lo ha reso nell’immaginario rimasto poi anche oggi, con corpulenta presenza, barba bianca e cappotto rosso. (agg. di Niccolò Magnani)
San Nicola: la storia
Il 6 dicembre si ricorda e si venera la memoria di San Nicola di Bari o di Mira. San Nicola nasce verso il 260 d.C col nome di Nikòlaus, in terra di Licia, oggi Turchia, all’epoca popolazione di lingua, tradizione e cultura greca. Si pensa che facesse parte di una famiglia molto benestante, se non addirittura nobile o aristocratica. Il giovane Nikòlaus crebbe nella parola del Signore e nell’educazione evangelica, amato dai genitori ed educato ai buoni valori, alla carità, al giusto e corretto comportamento cristiano. Da ragazzino, San Nicola non era uso unirsi ai suoi coetanei per giochi e divagazioni, ma preferiva vivere in appartata solitudine, leggendo, studiando e comportandosi con decoro e discrezione. Visse nella città di Mira, tutt’oggi città intitolata proprio a San Nicola, in suo omaggio e devoto ricordo. Il primo episodio della sua vita, che fece intuire la grandezza d’animo di San Nicola, riguarda il dono della dote alle tre povere fanciulle. A Mira, un uomo, perse un giorno tutti i suoi averi. Si disperò perché doveva sposare le sue tre figlie e non poteva offrire loro nessuna dote. San Nicola, ai tempi giovanotto colto e ricco, voleva regalare la dote a tutte e tre le ragazze ma, fedele ai dettami di umiltà e di non apparenza, non voleva che nessun altro, al di fuori di Nostro Signore, venisse a conoscenza del suo atto di beneficenza. Di notte, quindi, si avvicinò alla casa delle fanciulle e fece cadere un sacco pieno di monete d’oro all’interno della cancellata. Il padre delle giovani, incredulo, usò il denaro per sposare la prima figlia e San Nicola, visto che il suo gesto era stato apprezzato e ben usato, ripeté la donazione per le altre due fanciulle, sempre in totale anonimato. Fu però scoperto, mentre lasciava il sacco d’oro per la terza ragazza, da suo padre che, per capire chi fosse il donatore, trascorse lunghe notti insonni attendendo il terzo regalo. A quel punto San Nicola gli fece giurare di non rivelare mai la sua identità da benefattore, confermando, ancora una volta, la sua grandezza d’animo.
Nel 300 d.C., per queste ed altre sue qualità, San Nicola fu eletto Vescovo e cominciò una dura lotta contro le persecuzioni, per portare nel mondo la parola evangelica. In quel tempo era in atto la persecuzione di Diocleziano, che portò all’uccisione ed al martirio di milioni di fedeli cattolici. Solo nel 318 d.C., grazie all’editto di Costantino, San Nicola Vescovo entrò in possesso di alcuni strumenti magistrali e legali per poter operare a favore dei cattolici, seppur con molte limitazioni. Sotto il suo vescovado l’Impero ed i fedeli cristiani riuscirono ad ottenere molte agevolazioni e più tolleranza, grazie all’impegno con cui San Nicola si batteva per la divulgazione della Bibbia e della Parola di Dio. San Nicola salvò diversi innocenti dalla decapitazione e dalle torture, era sempre presente in ogni battaglia, al fianco dei suoi devoti e dei suoi seguaci. Morì intorno al 335 d.C.
Le celebrazioni
San Nicola è venerato in molte zone d’Italia e del mondo ma soprattutto in Puglia. La città di Mira è interamente dedicata a lui, con Chiese e feste del patrono. È considerato il protettore dei bimbi e di tutti gli innocenti. È il Santo Patrono di Bari e di Rimini. In molte città della Puglia e in molti paesini della Romagna, San Nicola di Bari è festeggiato con feste e sagre, durante le quali si mangiano dolci tipici, detti dolcetti di San Nicola. Nell’iconografia è rappresentato sempre con tre palle d’oro ai piedi, in ricordo dell’episodio del denaro regalato alle tre fanciulle povere.