Un bimbo di 4 anni si è svegliato dopo alcuni giorni di coma a Treviso. Il piccolo era rimasto schiacciato da un cancello, che lo aveva colpito violentemente alla testa, ed era stato ricoverato in codice rosso presso l’ospedale. Nelle scorse ore si è miracolosamente svegliato, chiamando mamma e papà, e facendo tornare a sorridere una famiglia da giorni in apprensione. Ma non chiamatelo miracolo, chiamatelo semplicemente ottimo lavoro dei professionisti. A condividere questa tesi è Caterina Pistarini, presidente della Società italiana riabilitazione neuromotoria e primario della clinica Maugeri di Pavia, che poco tempo fa rilasciò un’intervista ai microfoni de La Stampa, soffermandosi proprio su un caso particolare riguardante un risveglio dopo un coma: «Chiamiamo le cose con il loro nome – affermava – i risvegli dal coma dopo anni non sono né “miracoli” né frutto del caso. Sono l’esito del lavoro di professionisti, il punto di arrivo di importanti progressi nel campo della neuro-fisiologia, della neuro-radiologia, della riabilitazione precoce». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DUBBI SU DANNI PERMANENTI
In seguito alla tragedia che domenica scorsa si è abbattuta a San Fior, centro in provincia di Treviso, dove un bambino di 4 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere stato travolto da un cancello, il piccolo grande miracolo che si è verificato oggi ha ridato speranza alla famiglia del bimbo e non solo. Il suo risveglio dal coma è stato accolto con grande felicità sebbene i medici dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso abbiano adottato l’assoluta prudenza, preferendo non sbilanciarsi sulle attuali condizioni del piccolo. La prognosi resta riservata ma il solo fatto che il bambino, dopo il risveglio dal coma, sia riuscito a pronunciare “mamma e papà” a molti è sembrato un bellissimo segnale di ripresa. Il bimbo si troverebbe ancora presso il reparto di terapia intensiva neurochirurgica in seguito al delicato intervento al quale si era sottoposto e le sue condizioni sarebbero stabili. Tuttavia, come spiega OggiTreviso.it, non è ancora possibile stabilire se l’incidente possa aver causato o meno danni permanenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NON È ANCORA FUORI PERICOLO
Perché si è staccato il cancello? E’ questa la domanda a cui stanno cercando di dare una risposta i carabinieri e gli inquirenti che stanno lavorando da domenica scorsa a San Fior, paese in provincia di Treviso. Ricapitoliamo brevemente i fatti: un bimbo di 4 anni stava giocando con il cancello di casa, quando questo si è staccato, travolgendo lo stesso piccolo. Immediato il trasferimento in ospedale, con il bimbo che oggi è tornato a parlare, anche se le sue condizioni restano ancora gravi. Il cancello incriminato è stato posto sotto sequestro da parte delle forze dell’ordine, e si vuole appunto cercare di capire se vi sia stato un errore umano oppure un errore tecnico. In questo secondo caso, si potrebbe ipotizzare un problema al momento del montaggio, o eventualmente un difetto di fabbrica. Se quest’ultima opzione venisse confermata, per evitare nuove tragedie di questo tipo, le forze dell’ordine andrebbero ad avvisare la ditta di costruzione, “invitandoli” a riparare il danno effettuato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“MAMMA E PAPA'”
Era in coma da domenica il bimbo di 4 anni rimasto colpito alla testa dalla caduta di un cancello nell’abitazione dei nonni: era insieme alla mamma e di colpo la tragedia. La corsa disperata in ospedale, le speranze ridotte al lumicino fino a che due semplici parole, “mamma” e “papà” hanno determinato nelle ultime ore il miracolo del ritorno alla vita. Come racconta il Messaggero, la storia di Treviso ha davvero dell’incredibile e si è conclusa nel modo migliore possibile: «Ha chiamato la mamma e il papà. È ancora sedato, ma sta reagendo positivamente alla cure. Con tutta la prudenza del caso, sembra che i medici abbiano detto ai genitori che, considerate le condizioni del bambino quando è arrivato in ospedale, questi segnali positivi sono un miracolo», riferisce il sindaco di San Fior, Gastone Martorel che da domenica è in costante contatto con la famiglia del piccolo. Il piccolo comune del Trevigiano è rimasto sconvolto dalla tragica fatalità di domenica scorsa: il piccolo di 4 anni era lì con gli zii e la mamma ed erano a trovare i nonni paterni mentre il papà era al lavoro. Stava giocando con il cancello aperto, lo spingeva avanti e indietro e pare che nessuno si fosse accorto che una delle viti si era smollata uscendo dall’asse. «Il cancello ha continuato a scorrere lungo la guida, poi quando questa è terminata l’inferriata è uscita senza più controllo ed è caduta. Il tonfo ha provocato un boato che è risuonato in tutta la zona, tanto che tutto il vicinato è uscito di casa per vedere cos’era successo», spiega il Messaggero sulla dinamica che ha portato il bimbo a rimanere colpito sotto l’inferiata.
IL RISVEGLIO E LA PROGNOSI
La prognosi resta riservata e non sciolta con i medici che vanno cauti sulle condizioni del bimbo, ma ci sono speranze molto più alte dopo il coma delle ultime ore che aveva spaventato tutti: il piccolo resta dunque ricoverato nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove è stato portato con l’elisoccorso subito dopo l’incidente. Un trauma fortissimo e un intervento chirurgico per cercare di rimediare alla gravità della situazione: difficile ora dire se vi siano stati danni cerebrali permanenti, ma quello che è certo è che le cure stanno funzionando e quel “mamma e papà” risuonano come la migliore speranza possibile per le prossime settimane. «Ho alzato il cancello e gli ho tirato fuori la mano forse uno spigolo o un perno l’hanno colpito alla testa», ha spiegato lo zio nelle ore successive all’incidente. Ora però, tutto sembra essere cambiato (e in meglio).