La malavita e la criminalità hanno una forza distruttiva maggiore di un uragano: è questo il messaggio che Papa Francesco ha lanciato nella visita di Trujillo, seconda città peruviana per importanza, una delle zone colpite nell’aprile del 2017 dalle inondazioni dovute a El nino. «Altre tempeste possono? sferzare queste coste e, nella vita dei figli di queste terre, hanno effetti devastanti», ha dichiarato il Santo Padre, come riportato da Il Messaggero. «Si chiamano violenza organizzata, come il “sicariato” e? l’insicurezza che esso crea», ha aggiunto Bergoglio, in riferimento è alla violenza diffusa nella città. L’accoglienza al Papa comunque è stata festosa e allegra, suggestiva la messa davanti all’oceano. I bambini hanno danzato tutti vestiti di bianco. Poi Papa Francesco ha parlato di un’altra piaga sociale, l’alto tasso di violenze domestiche e di femminicidi: «Vorrei ringraziare le madri e le nonne, e voglio invitare tutti a lottare contro una piaga che colpisce il nostro continente, i numerosi casi di femminicidio. E sono molte le situazioni di violenze che sono tenute sotto silenzio al di là di tante pareti. Vi invito a lottare contro questo flagello». (agg. di Silvana Palazzo)
INCONTRO CON GLI STUDENTI DI SCHOLAS
Nel programma del viaggio apostolico di Papa Francesco è stato inserito un incontro, in forma privata, con un gruppo di studenti, in rappresentanza di quelli che hanno partecipato ai programmi di Scholas cittadinanza. Con Papa Francesco discuteranno delle problematiche che preoccupano maggiormente i ragazzi e sui progetti che propongono per affrontarle. Scholas è riuscita a coinvolgere giovani nella risoluzione delle problematiche della loro comunità attraverso ricerca e lavoro. “Discriminazione” e “centralismo” sono i due problemi che più li colpiscono e che hanno approfondito in vista dell’incontro. «Mi piacerebbe dire al Papa che è stato bello creare questo progetto. Investire nei giovani è significativo e dà frutti che si vedranno nei prossimi anni». Nel penultimo giorno della sua visita in Perù e del viaggio apostolico che lo ha portato anche in Cile, Papa Francesco si trasferisce a Trujillo, la seconda città del Paese. Alle 13.40 italiane il Santo Padre partirà in aereo da Lima per atterrare a Trujillo un’ora e mezza dopo. Alle 16 italiane celebrerà la messa sulla spianata costiera di Huanchaco, che può accogliere 500 fedeli, quindi girerà con la “papamobile” nel quartiere “Buenos Aires”, colpito nell’aprile 2017 dalle inondazioni provocate da “El nino”. Alle 21 italiane è invece prevista una breve visita alla cattedrale, mentre mezz’ora dopo incontrerà nel Colegio Seminario San Carlos y San Marcelo sacerdoti, religiosi e seminaristi delle Circoscrizioni Ecclesiastiche del Nord del Perù. Quando in Italia saranno le 22.45 ci sarà la celebrazione mariana per la Virgen de la Puerta nella centrale Plaza de Armas. La partenza per Lima è fissata alle 00.15 di domani in Italia. (agg. di Silvana Palazzo)
AI GIOVANI, “MONDO HA BISOGNO DI VOI”
Si apre il penultimo giorno di Viaggio Apostolico di Papa Francesco in terra sudamericana: dopo la giornata di ieri completamente dedicata all’Amazzonia e alla visita presso i nativi indios del Perù – ecco qui il resoconto del Viaggio del 19 gennaio 2018 – oggi è il turno della capitale Lima con anche al mattino la Santa Messa celebrata a Trujillo (nel nord del Perù) dove incontrerà tra gli altri le famiglie che lo scorso anno sono state colpite dalla gravissima emergenza inondazione. «È prevista la partecipazione di un milione di fedeli, da tutto il nord del paese ma anche dall’Ecuador», spiega all’AgenSir Marco Tulio Rivera, delegato dell’arcidiocesi di Trujillo per la visita del Papa. Nuovo bagno di folla dunque, e con tantissimi giovani: proprio come successo ieri nel suo ultimo appuntamento a Puerto Maldonado davanti ai giovanissimi della casa di accoglienza Principito (Piccolo Principe, fondata nel 1998 dal sacerdote svizzero Xavier Arbex). Adolescenti, organi, bimbi e giovani-adulti con gravissimi problemi familiari: il Santo Padre ha rivolto loro parole di conforto rilanciandoli nella vita speranzosa in Cristo, “amico” e Padre di tutti. «Non rinunciate all’eredità dei vostri nonni, non rinunciate alla vostra vita e ai vostri sogni. […] Mi piacerebbe invogliarvi a studiare – ha proseguito -: preparatevi, approfittate dell’opportunità che avete per formarvi. Il mondo ha bisogno di voi, giovani dei popoli originari, e ha bisogno di voi così come siete. Non rassegnatevi a essere il vagone di coda della società, agganciati e trascinati! Abbiamo bisogno di voi come motore che spinge!».
IL PROGRAMMA DI OGGI
Ricordando il consueto doppio strumento “mediatico” per seguire il Viaggio di Papa Francesco in Perù, con diretta su Tv2000 e con lo streaming video live da Vatican News su YouTube, la fitta agenda di oggi vede il Santo Padre arrivare in aereo a Trujillo dove celebrerà alle ore 10 locali (le 16 in Italia) la Santa Messa sulla spianata costiera di Huanchaco. Al termine, giro in papamobile del quartiere “Buenos Aires” con breve visita alla Cattedrale cattolica: alle 15.30 locali l’incontro con i sacerdoti Religiosi/e, Seminaristi delle Circoscrizioni Ecclesiastiche del Nord del Perù nel Colegio Seminario San Carlos y San Marcelo.
Al termine, importanze celebrazione per la Vergine Maria, alla Virgen de la Puerta nella Plaza de Armas ricordando la tragica esperienza dell’inondazione di un anno fa (con relativo incontro con le famiglie colpite dal disastro). Alle ore 18.15 partenza in aereo per Lima con orario di arrivo previsto attorno alle 19,40.
“GLI INDIGENI SI SENTONO STIMATI DAL PAPA”
Con una bella intervista rilasciata ad AgenSir parla del viaggio di Papa Francesco nelle terre dell’Amazzonia il vicario apostolico di Puerto Maldonado, David Martínez de Aguirre Guinea: un’attesa forte quella degli indigeni in questi mesi e in questi giorni per la venuta del Santo Padre, di nuovo in un’altra “periferia” del mondo seppur rinchiusa in uno spettacolo selvaggio del territorio nel cuore dell’Amazzonia. «Qui siamo tutti contenti ed emozionati, ma non nervosi. Speriamo che il Papa ci riempia di entusiasmo, la gente si aspetta un incontro diretto, una benedizione, ma anche che porti consolazione e uno sguardo di misericordia, che il Papa ci faccia vedere il cuore di Cristo». Gli “amazzoni” si sentono protetti, stimati e accolti dal Papa, e non solo per quanto detto in questi giorni ai nativi Mapuche in Cile: «L’altro giorno – prosegue il vicario apostolico – parlavo con un ottantenne indigeno, nel suo idioma perché non conosce lo Spagnolo. Diceva che il Papa è una guida importante, una guida saggia. E spiegava che l’accoglienza doveva essere all’altezza. Si stanno preparando con le loro danze, i loro prodotti, ma soprattutto con il loro entusiasmo e la loro gioia. Sarà un grande evento!».