E’ morto oggi all’età di 72 anni Carmine Schiavone, ex boss del clan dei casalesi pentito dal 1993. Da alcuni giorni era ricoverato a seguito di una caduta nella sua abitazione e sembra che il decesso sia avvenuto per arresto cardiaco. Cugino di Francesco Schiavone, soprannominato Sandokan, è stato il “cassiere” dell’organizzazione criminale camorristica amministrando imprese soprattutto nel settore del calcestruzzo. Arrestato in passato per rapina, estorsione e associazione mafiosa, nel maggio di ventidue anni fa inizia a collaborare con la giustizia: fa sequestrare beni del clan per svariati miliardi di lire e confessa il traffico e lo smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi in Campania, la cosiddetta Terra dei Fuochi. La rivelazione avviene per la prima volta nell’ottobre del 1996, ma arriva all’opinione pubblica solo nel 2013 attraverso alcune interviste in cui Schiavone ricostruisce gli accordi tra il clan e parti della politica e dell’imprenditoria. “Gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro 20 anni – disse parlando della Terra dei Fuochi – non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via avranno forse 20 anni di vita”. Da qualche anno aveva concluso il programma di protezione e viveva in una località protetta nel Lazio con la moglie e un figlio.