In attesa di scoprire se realmente Antonio Logli rischia di finire dietro le sbarre, come auspicato dalla Procura di Pisa – nonostante il sonoro “no” del Tribunale del Riesame – i familiari della vittima scomparsa misteriosamente cinque anni fa, non si danno pace. La cugina di Roberta Ragusa, Maria, sulle pagine del settimanale Giallo ha riservato un suo sentito quanto comprensibile sfogo: “Non è cambiato nulla rispetto al 21 dicembre scorso”. Il riferimento è alla data della sentenza di primo grado, quando Logli è stato condannato a 20 anni di reclusione per il delitto e l’occultamento di cadavere della moglie. “Attendiamo ora le motivazioni della sentenza”, ha aggiunto. Per la Procura, come esposto nel focus principale, esisterebbe il rischio concreto di fuga da parte di Antonio Logli ed anche per tale ragione, gli inquirenti sono intenzionati ad impugnare per la seconda volta il respingimento e chiedere alla Cassazione l’arresto del marito di Roberta Ragusa. A riservare un ulteriore sfogo al medesimo settimanale è stata anche una seconda cugina della vittima, che ha commentato: “Io mi chiedo come mai, dopo una sentenza di condanna per omicidio, siano tutti in galera tranne lui”. Una domanda che, a detta della donna, Marika Napoletano, sarebbe comune a gran parte dell’opinione pubblica.
Dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Firenze, che il 14 febbraio scorso ha deciso di non modificare la misura cautelare nei confronti di Antonio Logli, condannato a 20 anni in primo grado per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa, esiste ancora la possibilità che il 53enne di Gello San Giuliano Terme finisca presto dietro le sbarre. Come riportato da Fabrizio Peronaci sulla pagina Facebook Giornalismo Investigativo, infatti, il rischio che Logli si dia alla fuga, a detta della Procura di Pisa, è concreto. L’uomo che avrebbe ucciso e fatto sparire il corpo di Roberta Ragusa la notte tra il 12 e il 13 gennaio di 5 anni fa, secondo la procura pisana non sarebbe affatto intenzionato a scontare la pena derivata dal rito abbreviato e per questo motivo, tra le richieste rispetto alle quali dovrà esprimersi la Cassazione, vi è anche quella per cui Logli dovrebbe comunicare tutti i suoi spostamenti “dalle sette di mattina alle 21 (orari in cui può uscire di casa) minuto per minuto alla polizia giudiziaria, nel timore di allontanamento improvviso”. Ricordiamo che Antonio Logli attualmente deve osservare l’obbligo di dimora nei comuni di Pisa e San Giuliano, mentre non può lasciare la propria abitazione dalle 21 alle 7. Il Tribunale del Riesame di Firenze ha anche integrato l’obbligo di dimora notturno vietando l’espatrio e con una “reperibilità”, che si traduce nel comunicare in maniera preventiva i luoghi in cui Logli deve risultare rintracciabile.