Sono trascorsi due mesi esatti dal primo delitto compiuto da Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, ai danni del barista di Budrio, Davide Fabbri. Dopo una settimana esatta, lo spietato killer serbo aprì nuovamente il fuoco uccidendo una guardia volontaria, Valerio Verri, questa volta a Portomaggiore. Da allora, Igor-Norbert ha fatto definitivamente perdere le sue tracce tramutandosi in un fantasma e diventando uno dei latitanti più pericolosi e ricercati d’Italia. Ad oggi, due mesi dopo dall’inizio dell’incubo, il pluriomicida non è ancora stato consegnato alla giustizia dopo una caccia estenuante e costosissima (secondo Il Giornale la più dispendiosa, economicamente e non solo, della storia italiana). In concomitanza con la mancata cattura, cresce anche la rabbia dei residenti della zona rossa e la sfiducia rispetto a quanto promesso dagli inquirenti.
Ad oggi, dunque, l’unico ad aver “vinto” è stato proprio Igor Vaclavic, in attesa di una imminente smentita. Il sentore è quello di una resa anche da parte delle stesse forze dell’ordine, eppure, dalla caserma dei Carabinieri di Molinella arriva la smentita: “Il dispositivo operativo è lo stesso di un mese fa, nessuna riduzione”, assicurano. La caccia all’uomo, dunque, prosegue, con la medesima determinazione che ha inizialmente visto in prima fila i reparti speciali.
A mollare, forse, sarebbe stata la stampa, come nota Luca Fazzo per il Giornale: dopo la presenza di decine di giornalisti in attesa di novità, attorno alla caserma oggi non ci sarebbe più l’ombra di un solo cronista. Il peggior timore, tuttavia, è che a mollare sia stato principalmente lo Stato, come dimostrato dalla vistosa riduzione di posti di blocco nella zona definita rovente fino a poche settimane fa. Due quelli intercettati nelle passate ore: uno a Campotto ed uno a Traghetto, dove si sostiene sia avvenuto l’ultimo avvistamento di Igor Vaclavic. Anche gli stessi Carabinieri, dunque, sembrerebbero non crederci più. Norbert potrebbe da tempo aver lasciato la zona rossa e la popolazione ne sarebbe ormai certa: “La piantassero, hanno rotto le scatole, quello ormai chissà dov’è”, è lo sfogo della pizzaiola di Ospital Monacale in riferimento alla grande caccia a Igor, ormai smontata.
A non credere più nella giustizia è anche la vedova di Davide Fabbri, Maria, la quale con coraggio ha ripreso in mano l’attività nel bar di Budrio divenuto teatro del primo terribile delitto ad opera di Igor Vaclavic. Eppure, a parte la donna e la sua rabbia, il locale è ormai vuoto tanto da sembrare chiuso al pubblico. “È uno schifo, si devono vergognare.
Lo Stato ci ha abbandonato. Questa caccia è una farsa”, oggi tuona la donna, che anche nel suo ultimo intervento in diretta tv aveva manifestato la sua estrema delusione nei confronti delle operazioni in corso e che, a due mesi dalla fuga di Igor-Norbert, non avrebbero ancora portato alla cattura dell’uomo. “Cosa hanno fatto per davvero?”, si domanda oggi la donna dandosi anche una, seppure sconfortante, risposta. “Niente”. A sua detta, la soluzione sarebbe stata rappresentata da una “taglia”: “I suoi amici se lo sarebbero venduto subito”, ha commentato.
La vedova della prima vittima di Norbert Feher ha poi puntato il dito contro i politici, rei, a sua detta, di aver fatto solo “il loro teatrino”, andando sul luogo del delitto senza però fare nulla in concreto. “Si devono vergognare tutti. E prima di loro i giudici che lo hanno liberato e gli hanno permesso di restare qui”, ha aggiunto. Aveva ragione Igor nel rivelare ad un amico la volontà di restare in Italia, in un paese dove “tutto è concesso”? Il vero dramma per la vedova è l’assoluto abbandono da parte dello Stato che finora non ha fornito alcuna risposta rispetto alla fuga dello spietato killer del marito.