Nel giallo sulla morte di Maria Ungureanu, esiste un capitolo inquietante e dolorosissimo relativo alle violenze sessuali subite dalla bambina di neppure dieci anni. Stando a quanto rivelato dal settimanale Giallo, la piccola soffriva molto tanto che, secondo gli inquirenti e il medico legale, sarebbe emerso come “la piccola Maria fosse oggetto, da diverse settimane, di ripetuti abusi sessuali, che le comportavano a seguito delle ripetute deflorazioni, lesioni ulcerose e notevole stato infiammatorio”. Dalla perizia medico legale sarebbero emersi ulteriori particolari shock sugli abusi vissuti dalla bambina e secondo gli inquirenti, non ci sarebbero dubbi sul fatto che a commettere gli abusi sia stato proprio Daniel Ciocan “che viene addirittura definito il ‘fidanzato adulto della bambina’”. Ne deriva, dunque, un quadro sempre più inquietante a carico del principale indagato, ricco di indizi che evidenzierebbero le sue responsabilità non solo sul fronte delle violenze ma anche dell’omicidio della piccola Maria Ungureanu, in merito al quale il Riesame di Napoli sarà chiamato a pronunciarsi nei prossimi giorni, decidendo in particolare sull’arresto del 21enne, amico della famiglia della vittima. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Anche Roberta Bruzzone è impegnata in prima linea nel caso sulla morte di Maria Ungureanu, la bambina di quasi 10 anni trovata morta nella piscina del resort di San Salvatore Telesino all’inizio della scorsa estate. Uno dei fatti più cruenti, come commentato sin dall’inizio dai Ris di Roma intervenuti sulla scena del delitto e che vede la nota criminologa consulente della famiglia della piccola vittima. Nel frattempo procede l’importante lavoro di indagine nella speranza che il Riesame possa presto esprimersi sul conto del principale indagato, Daniel Ciocan, accusato della morte di Maria Ungureanu e che, stando alle ultime indiscrezioni riportate dal settimanale Giallo, avrebbe insidiato anche altri minori. La Bruzzone nei giorni scorsi ha pubblicato la copia del settimanale relativa al caso di San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, aggiungendo un suo commento che racchiude un sentimento di estrema positività sugli esiti della complicata vicenda. “E questo è solo l’inizio…confidiamo nell’ottimo lavoro svolto dalla Procura e ci prepariamo per l’ormai prossima richiesta di rinvio a giudizio…con buona pace di chi si affanna ad offrire “fantasiose ricostruzioni”…Verità e Giustizia per Maria…”, ha commentato Roberta Bruzzone. Parlando di “fantasiose ricostruzioni” il riferimento sarà quasi certamente alla criminologa consulente della difesa dei Ciocan, la quale non solo avrebbe smentito un coinvolgimento di Daniel nelle terribili violenze subite dalla bambina, ma avrebbe sostenuto la responsabilità del padre Mario rispetto agli abusi a carico della piccola vittima. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Maria Ungureanu per Daniel Ciocan, suo presunto orco ed assassino, era più di una semplice amica di famiglia. Oltre ai sospetti degli inquirenti, ora giungono anche le foto estrapolate dal cellulare del principale indagato. Nel suo dispositivo, infatti, il 21enne di origini romene aveva conservato diverse foto, datate 9 febbraio 2016, che ritraggono proprio la piccola Maria. La bambina di quasi 10 anni è stata immortalata in occasione del Carnevale, appare sorridente e felice, ignara del terribile destino che di lì a poco l’avrebbe colta. A rivelarlo è il settimanale Giallo che nell’ultimo numero ha dedicato ampio spazio al giallo della bambina romena trovata senza vita il 19 giugno scorso nelle acque della pescina del resort a San Salvatore Telesino. Oltre a questa notizia, il settimanale specializzato in cronaca nera ha pubblicato in esclusiva anche un’altra foto tratta anch’essa dal cellulare di Daniel Ciocan da parte dei Carabinieri. L’immagine in questione risale al 21 marzo dello scorso anno ed è stata scattata in casa del giovane in occasione dei festeggiamenti del suo compleanno. Sulla sinistra si nota la presenza della piccola Maria, in braccio alla madre Andrea, mentre nel lato opposto è presente anche Daniel Ciocan. Questa foto dimostrerebbe come i genitori della piccola vittima conoscessero Daniel al punto da risultare suoi ospiti nel giorno del suo compleanno. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
La presunta ricerca spasmodica di prede da parte di Daniel Ciocan, accusato di aver ucciso Maria Ungureanu, potrebbero essere confermate dalla testimonianza di un’altra bambina. All’epoca dei fatti, quando è stata ascoltata dagli inquirenti, la bambina aveva appena 8 anni, ma racconta con dovizia di particolari, come l’intento di Ciocan fosse di corteggiarla. E l’attenzione “speciale” non era diretta solo nei suoi confronti, ma anche verso le amichette e i fratellini delle stesse. In base alle sue parole, Daniel Ciocan avrebbe cercato di allargare le sue conoscenze minorili chiedendo proprio alle prede individuate di aiutarlo nella ricerca. A rivelarlo è Giallo, in un servizio esclusivo, che ha sottolineato come le indagini degli inquirenti abbiano fatto emergere altre due potenziali vittime. Si tratterebbe di una ragazzina di 15 anni ed una bambina di 8. Il modus operandi in questo caso si dimostra quasi identico. Le vittime venivano contattate tramite Facebook, dove avveniva una prima conoscenza. “Sebbene non lo avessi mai incontrto di persona”, riportano gli atti sulla testimonianza della più piccole delle due bambine, “avevo mantenuto contatti con lo stesso, che mi chiedeva sempre se volevo uscire con lui e dove abitavo”. [Aggiornamento a cura di Morgan K. Barraco]
Nuove ombre sono scese sul drammatico caso di Maria Ungureanu, la bambina di origini romene trovata senza vita lo scorso 19 marzo nella piscina del resort di San Salvatore Telesino (Benevento). Cosa sia successo alla piccola di quasi dieci anni, da allora, è ancora un mistero. Sin da subito il suo fu definito uno dei delitti più cruenti degli ultimi anni in Italia, eppure c’è chi ancora sostiene che la morte di Maria Ungureanu sia da attribuire ad un terribile incidente, ben lontano da un’azione omicida. È quanto sostenuto dalla criminologa Ursula Franco, consulente della difesa dei fratelli Ciocan, Daniel e Cristina, entrambi indagati a piede libero rispettivamente per i reati di omicidio e violenze sessuali e di concorso in omicidio. Accanto ai loro nomi, di recente si è aggiunto anche quello di una terza persona, indagata per favoreggiamento. Si tratta dell’80enne del posto, Giovanni Angelino, detto “Zi Giovanni” e che avrebbe dichiarato il falso sostenendo la presenza presso la propria abitazione dei due fratelli nell’arco di tempo in cui la bambina veniva uccisa. E’ quanto reso noto dal settimanale Giallo che nell’ultimo numero ha rivelato anche altre importanti novità. Proprio nei confronti della presunta criminologa consulente di Daniel Ciocan, infatti, potrebbe presto giungere una querela da parte del padre della piccola vittima, Mario Ungureanu. A quanto pare, l’uomo avrebbe dato mandato al suo avvocato Fabrizio Gallo, replicando in tal modo alle dichiarazioni della donna nell’ambito di alcune interviste. Come scrive il settimanale diretto da Andrea Biavardi, “in base a una sua improbabile ricostruzione il responsabile degli abusi (a scapito della piccola vittima, ndr) non è il suo cliente, Daniel, ma addirittura il papà di Maria”. Oltre ad essere prive di ogni fondamento, per il padre Mario queste affermazioni rappresentano anche un vero e proprio affronto, in un contesto già di per sé molto doloroso. Intanto, i riflettori continuano ad essere puntati proprio sul 21enne indagato, amico di famiglia della povera Maria, come dimostrato anche da alcune foto rese pubbliche da Giallo e che immortalano Daniel Ciocan in occasione dei festeggiamenti del suo compleanno, insieme alla vittima ed ai suoi genitori. Nel loro lungo lavoro di indagine, gli inquirenti avrebbero collezionato diversi indizi gravissimi nei confronti del ragazzo considerato l’assassino e l’orco di Maria Ungureanu. Eppure, nonostante questo per ben due volte il Gip di Napoli ha respinto le richieste di arresto avanzate dalla Procura. Decisiva in tal senso sarà la data del prossimo 30 marzo, quando i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli saranno chiamati ad esprimersi sul destino dell’uomo e decidere se andrà o meno in carcere, come auspicato dalla Procura e dalla famiglia della vittima.