Slitta a nuova data l’inizio del processo di secondo grado a carico di Antonio Logli, l’uomo accusato di essere l’assassino di Roberta Ragusa, sua moglie, e già condannato in primo grado a 20 anni di reclusione. Era attesa per la giornata odierna la prima udienza del nuovo procedimento a suo carico, al cospetto della corte d’Assise d’Appello di Firenze ma, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, la seduta non si è celebrata per via dello sciopero degli avvocati penalisti indetto dall’Unione delle camere penali al quale ha aderito anche il legale difensore dell’imputato, l’avvocato Cavani. Per questo motivo l’udienza di oggi 14 marzo è stata rinviata a fine mese, precisamente al prossimo 28 marzo, quando Logli tornerà nuovamente in aula per rispondere davanti alla nuova corte dell’accusa di omicidio della moglie. In primo grado il processo si era consumato davanti alla corte d’assise di Pisa che si era pronunciata con la condanna a 20 anni di reclusione e l’obbligo di dimora nei comuni di Pisa e San Giuliano nonché il divieto di uscire di casa dalle 21 alle 7. Di conseguenza, Logli non è andato in carcere ma sta scontando la sua pena in attesa dei prossimi due gradi di giudizio. Anche per tale ragione la sentenza di secondo grado rappresenta un momento molto atteso soprattutto da parte dei familiari della vittima, Roberta Ragusa, sparita misteriosamente nella notte a cavallo tra il 13 ed il 14 gennaio 2012 dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa).
ANTONIO LOGLI VERSO LA SENTENZA DI SECONDO GRADO
Dalla sentenza di secondo grado a carico di Antonio Logli, accusato del delitto della moglie Roberta Ragusa, ripartirà il dibattimento in Cassazione atteso subito dopo l’appello e che porterà alla condanna in via definitiva a carico dell’imputato. Da qui l’importanza del secondo grado la cui partenza resta fissata alla fine del mese in corso. Il rischio di uno slittamento dell’udienza inizialmente fissata nella data odierna era stato paventato già nelle passate settimane ma solo oggi è giunta la conferma. Ricordiamo che l’appello dovrebbe concludersi in una sola giornata, con l’udienza seguita dalla sentenza in rito abbreviato a porte chiuse in camera di consiglio, alla presenza, dunque, solo del pubblico ministero, della difesa e delle parti civili. L’accusa sarà sostenuta dal sostituto procuratore generale Filippo Di Benedetto. Nella nuova data del prossimo 28 marzo, sarà proprio lui a prendere per primo la parola, quindi sarà lasciato spazio alle parti civili, ovvero ai legali che tutelano le cugine di Roberta Ragusa ed infine sarà la volta dei difensori di Antonio Logli. Alla vigilia dell’appello, come aveva anticipato nei giorni scorsi Il Tirreno, era stato lo stesso imputato a sostenere: “Sarò presente in aula, sicuro di essere assolto”.