Il processo a carico di Manuel Foffo e Marco Prato, i giovani romani accusati dell’omicidio al Collatino di Luca Varani, avrà inizio il prossimo 12 giugno. Obiettivo comune delle due difese è quello di dimostrare che i due ragazzi non erano lucidi al momento del delitto. A tal proposito, intervenendo al programma di La 7 di Luca Telese “Bianco e Nero-Cronache italiane”, ha detto la sua anche lo psichiatra Paolo Crepet. L’esperto della mente umana ha dichiarato che “qui siamo di fronte ad un ragazzo che è stato seviziato consapevolmente per tutta la notte, anche perché questa storia della cocaina è un po’ come quello che si ubriaca e poi prende la Porsche a 200 km/h. Sapevi di avere una Porsche e non una Panda, sapevi di mettere a repentaglio la tua vita e anche quella degli altri: quindi per me è un’aggravante”. (agg. di Dario D’Angelo)
Importanti novità in merito al delitto di Luca Varani, giovane romano di appena 23 anni massacrato il 4 marzo 2016 in un appartamento del quartiere Collatino della Capitale. Accusati di omicidio volontario aggravato sono i due amici Manuel Foffo e Marco Prato, il primo dei quali già condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato per il terribile delitto che si configura come uno dei casi più cruenti della cronaca nera nostrana degli ultimi anni. Marco Prato, di contro, è in attesa di processo poiché ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario, al fine di dimostrare la sua partecipazione esclusivamente “morale” all’omicidio di Luca Varani ma non materiale (ha sempre sostenuto che ad infliggere i colpi mortali a scapito del 23enne sia stato solo Foffo). Intanto, le ultime novità rese note dal settimanale specializzato in cronaca nera, Giallo, riguardano in particolare il 30enne Manuel Foffo: il giovane, in vista del processo d’Appello ha deciso di cambiare avvocato difensore. Un cambio di difesa che vede non solo l’addio dell’avvocato Michele Andreano ma anche della consulenza della criminologa Roberta Bruzzone. L’avvocato Andreano fu colui che assistette Manuel Foffo sin dai primi attimi dopo il massacro di Luca Varani poiché lo accompagnò alle Forze dell’Ordine spronandolo a confessare l’omicidio appena compiuto presso il suo appartamento al Collatino, al culmine di un festino a base di alcol e droga. Il legale era già amico di Foffo e nel corso di una intervista aveva dichiarato come la notizia dell’uccisione di Luca Varani lo aveva lasciato molto sconvolto. A questo punto ci si domanda quali siano i reali motivi dietro la decisione del 30enne di cambiare avvocato, nonché suo amico, per un nuovo difensore. Il settimanale Giallo sarebbe giunto ad una conclusione: “Perché probabilmente Manuel Foffo ha intenzione di cambiare strategia processuale per provare a ridurre la sua pena”.
Quasi certamente Manuel Foffo, uno dei giovani accusati del massacro di Luca Varani, in vista del processo di secondo grado ha intenzione di far ribaltare la sua posizione forse nel tentativo di far addossare tutte le colpe dell’omicidio al suo complice Marco Prato. Quest’ultimo è ancora sotto processo, in attesa della prima udienza slittata al prossimo 12 giugno. Prato, di contro, aveva accusato proprio Foffo di aver avuto le maggiori responsabilità nel delitto di Luca Varani, ecco perché ha scelto di essere giudicato col rito ordinario, al fine di dimostrare udienza dopo udienza, la sua estraneità. Compito certamente difficile per la difesa del 31enne romano. La prima udienza del suo processo si sarebbe dovuta tenere lo scorso 10 aprile, poi slittata in seguito all’assenza dei suoi legali che avevano aderito allo sciopero indetto dalle Camere Penali. In quell’occasione, tuttavia, come ricorda l’edizione romana di FanPage.it, il pm Francesco Scavo aveva comunicato al giudice la sua intenzione di chiamare a far testimoniare anche Manuel Foffo, la cui audizione è prevista per il prossimo 21 giugno. In quell’occasione non è escluso che Foffo possa ribaltare le sorti dell’amico, smentendo la sua versione. Le loro strade, di fatto, si sono separate ufficialmente da quando entrambi avevano deciso di intraprendere percorsi differenti per essere giudicati per il delitto di Luca Varani, che secondo la procura non può essere definito solo un omicidio premeditato ma un delitto aggravato “dalla crudeltà” e dai “motivi futili e abietti”.