La dermatite atopica colpisce oltre 35 mila adulti in Italia, di cui 8 mila soffrono di una forma grave che incide notevolmente sulla qualità della loro vita. Prurito, depressione, ansia e stress sono solo alcune delle conseguenze della malattia i cui segni diventano evidenti, con escoriazioni, lesioni e infezioni talvolta serie. L’impatto della malattia sulla vita dei pazienti può essere notevole e proprio al fine di portare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica su una patologia sotto certi aspetti ancora “tabù”, Andea – Associazione nazionale dermatite atopica lo scorso 19 ottobre ha istituito a Roma la prima Giornata nazionale della dermatite atopica. Le migliaia di persone colpite dalla malattia, tuttavia, possono avere buone speranze per il futuro, almeno stando alle dichiarazioni rilasciata all’AdnKronos da Giampiero Girolomoni, professore ordinario di Dermatologia e venereologia all’Università di Verona, il quale ha rivelato la presenza di nuove terapie che sono risultate efficaci sia sulle manifestazioni cutanee della dermatite che sul prurito da essa prodotto. Nell’ultimo decennio, infatti, sono stati compiuti passi da gigante nell’ambito scientifico, individuando l’origine patogenetica della dermatite atopica e studiando così soluzioni terapeutiche idonee e pensate sul lungo termine. “Le nuove terapie offrono il vantaggio di non avere effetti collaterali, sono efficaci a lungo termine, non causano interazione con gli esami di laboratorio”, ha annunciato l’esperto. La vita di alcuni pazienti, purtroppo è letteralmente messa a dura prova dalla malattia ma, come spiega Mario Picozza, presidente dell’Associazione Andea, già negli Usa e in Francia è disponibile una terapia dagli effetti positivi ma in merito alla quale l’Aifa non si è ancora espressa sull’accesso precoce a tali terapie anche in Italia.
DERMATITE ATOPICA, SINTOMI E CONSEGUENZE: GLI ULTIMI STUDI
A scontrarsi contro il mancato pronunciamento dell’Aifa è stato il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, componente della Commissione Igiene e sanità, il quale ha annunciato una mozione al fine di sollecitare il Governo ad intervenire riconoscendo la malattia come invalidante e permettendo ai pazienti di dermatite atopica anche un supporto economico. Ad essere compromessa non è solo la qualità della vita ma anche il sonno delle persone colpite, spesso sopra i 30 anni. Il sintomo principale è rappresentato dal prurito intenso di fronte al quale diventa difficile non grattarsi con conseguenti lesioni su tutto il corpo e nelle zone maggiormente colpite. Ovviamente le conseguenze diventano evidenti anche sul piano della sfera relazionale e sociale provocando nel 50% dei pazienti adulti anche stati di ansia e depressione. L’istituzione di una Giornata nazionale della dermatite atopica ha rappresentato il primo passo verso la reale presa in carico del problema anche da parte del Ssn e dei medici al fine di aiutare concretamente i pazienti affetti. Stando a quanto emerso dai recenti studi, la dermatite atopica non sarebbe solo una malattia cutanea, ma una malattia a impatto sistemico, ovvero in grado di coinvolgere vari organi. Non è un caso se persone affette da dermatite atopica possano sviluppare nel tempo anche asma, rinite allergica o poliposi nasale. Di passi avanti ne sono stati compiuti tanti, ora occorre porre l’accento sui possibili percorsi di cura e gestione dei pazienti che ne sono affetti.