Le condizioni di salute di Giulio Andreotti restano critiche, ma non sarebbe in pericolo di vita. Il senatore a vita, ricoverato in codice rosso al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, si trova adesso nel dipartimento di emergenza e sembra che le sue condizioni, pur essendo stabili, siano ancora state dichiarate «severe». Patrizia Chielli, assistente del sette volte presidente del Consiglio, ha fatto sapere che Andreotti «ora respira da solo, non c’è stato bisogno di intubarlo. Sta bene, è lucido e si è concesso anche qualche battuta con gli infermieri». E’ stato infatti il genero, Marco Ravaglioli, a raccontare che Andreotti, una volta scoperto di trovarsi nella stanza numero 17 del Policlinico capitolino, avrebbe commentato: «Tanto io non sono superstizioso…», dimostrando ancora una volta l’ironia che spesso lo ha contraddistinto nel corso della sua carriera. La segretaria, Patrizia Chielli, dopo aver fatto sapere che il ricovero è stato dovuto a «una bronchite non ben curata», ha commentato la gaffe fatta oggi dal sito Wikipedia, sul quale pochi minuti dopo la notizia del ricovero di Andreotti è comparsa la data odierna come quella del decesso a fianco di quella di nascita, il 14 gennaio 1919. «Sappiamo tutti quanto sia scaramantico – ha detto la Chielli – e ha chiesto subito che quella data venisse tolta dal sito, alla voce che lo riguardava». Poco dopo la data che si riferiva al decesso è stata prontamente tolta. Andreotti si è sentito male mentre si trovava a Roma, nella sua abitazione di corso Vittorio Emanuele, dove avrebbe avuto una crisi respiratoria, dovuta a ipertensione. Una volta arrivato al Policlinico Gemelli e ricoverato in codice rosso, ha ricevuto le prime cure e adesso è sempre la Chielli a specificare che Andreotti con ogni probabilità non «sarà dimesso in giornata ma dovrà restare per un po’ sotto osservazione». Giulio Andreotti, nel corso della sua lunga carriera, si è spesso reso protagonista di battute e ironia pungenti: «In questi giorni mi giungono voci insistenti su un mio ricovero per aggravamento di salute. Capisco che molti attendono un mio passaggio a “miglior vita”, ma io non ho fretta e ringrazio tutti coloro ai quali sta a cuore la mia salute e in particolare il Signore per l’ulteriore proroga», aveva detto verso la metà di ottobre del 2011 per smentire le voci che lo davano ricoverato in condizioni di salute molto critiche.
Oppure quella volta che, in occasione della visita di leva, l’ufficiale sanitario gli disse: «Lei ha sei mesi di vita». Andreotti anni dopo lo andò a cercare, «volevo fargli sapere che ero sopravvissuto. Ma era morto lui. È andata sempre così: mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo; sono morti loro», raccontò Andreotti.