A distanza di poco più di un mese, il giallo sul delitto di Katia Dell’Omarino non ha ancora trovato una soluzione. Era la notte tra l’11 ed il 12 luglio scorsi quando della donna 41enne di Sansepolcro si persero le tracce, per poi essere ritrovata la mattina successiva, senza vita, sulle sponde del torrente Afra con la testa fracassata. Con chi Katia aveva appuntamento quella notte? Come mai si fidò di percorrere una stradina deserta al termine della quale fu vittima prima di una violenta lite e poi di un terribile omicidio? Stando alla ricostruzione riportata da Arezzonotizie.it, l’autopsia compiuta sul corpo della vittima ha rivelato numerosi colpi alla testa, soprattutto sulla fronte e sulla nuca, probabilmente anche dopo essere già morta, non prima di aver lottato con forza contro il suo assassino. Le tracce rinvenute sotto le unghie di Katia Dell’Omarino hanno portato all’identificazione del Dna del killer che al momento continua a restare “Ignoto 1”. Fino ad oggi hanno sfilato al cospetto degli inquirenti oltre 150 persone sottoposte non solo al classico interrogatorio ma anche ad analisi tecniche e scientifiche. Gli elementi finora raccolti, tra presunte prove, indizi ed ancora numerosi dubbi, andranno a comporre un puzzle intricato che è alla base di un caso solo apparentemente semplice ma che si sta rivelano tuttavia molto complesso. L’assassino farebbe parte della cerchia di amici o conoscenti di Katia Dell’Omarino, tra Sansepolcro e paesi limitrofi. Non a caso lo stesso Dna ha tracciato un primo identikit del killer. Un uomo, proveniente dall’Europa occidentale e con un profilo genetico avente elementi comuni in Valtiberina. Il confronto con dieci Dna di altrettante persone sospette non hanno finora portato ad alcun esito positivo e così le indagini si sono concentrate sulla raccolta di circa un centinaio di campioni che verranno sottoposti all’importante analisi scientifica. In attesa dei risultati dai quali potrebbe emergere una corrispondenza con Ignoto 1, gli inquirenti proseguono le loro indagini senza abbandonare l’iniziale pista, ovvero quella dei 200 contatti segnati da Katia Dell’Omarino sulla sua agenda. Tra di loro potrebbe esserci il nome del suo assassino. Sotto la lente di ingrandimento anche le testimonianze ed i tabulati telefonici, tutto mirato alla ricerca della verità sulla misteriosa morte della 41enne di Sansepolcro.