Ad esprimersi sul caso del piccolo Francesco morto a 7 anni per una banale otite trattata con l’omeopatia, è stato anche Giuseppe Lavra, presidente OMCeO provincia di Roma, il quale ha raccolto l’appello del ministro Lorenzin di vigilare sull’appello dei professionisti. Il professionista, come rivela Quotidiano Sanità, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia, permettendosi di “chiedere perdono in nome della professione, ove fosse accertato trattarsi di un errore medico”. Lavra ha però puntualizzato come sia necessario non generalizzare, soprattutto sulla base di quanto accaduto al piccolo Francesco, “accusando indirettamente un’area disciplinare medica, quella della medicina non convenzionale, di non essere legittimata alla professione”. Il presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri ha poi ricordato come di fatto, anche le medicine non convenzionali fanno parte integrante del mondo medico italiano da oltre 25 anni e contemplate nel Codice di Deontologia Medica e nel mondo civile. Lo stesso riconosce come la medicina sia una scienza umanistica in continua evoluzione e non una scienza esatta. Il caso sarà nuovamente al centro della trasmissione Pomeriggio 5. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Il giorno dopo i funerali del piccolo Francesco Bonifazi, il bimbo morto di otite, non si placa ovviamente la polemica contro i “consigli” e i metodi del medico omeopata Massimiliano Mecozzi, indagato come i genitori per la morte del piccolo di 7 anni. In particolare, la famiglia Bonifazi ha fatto sapere in serata di non sopportare il fatto che il dottore sia tornato tranquillamente al lavoro, potenzialmente potendo “rovinare altri pazienti”. Per questo motivo, sul Resto del Carlino, si legge l’appello della famiglia contro quel medico omeopata: «dopo aver appreso sconcertati che ha cambiato numero di telefono e contattato tutti i suoi pazienti annunciando di essere operativo, solleciteremo alla procura e all’Ordine dei medici un immediato provvedimento cautelativo di sospensione dalla professione». A seguire, sono poi i legali della stessa famiglia del bimbo morto per una banale otite, a far sapere che non sono certo gli unici ad aver avuto problemi con quell’omeopata.
«Ci stanno arrivando una serie di segnalazioni da parte di mamme che avevano in cura i loro bambini da Mecozzi e ci raccontano quello che hanno passato e i rischi corsi come quello di un digiuno di una settimana impartito ad una bimba di 5 anni per purificarsi. Crediamo che sia un medico capace di reiterare in ogni momento quei comportamenti». Intanto la procura attende la relazione degli esperti prima di intervenire e l’impressione che il caso sia ancora molto lungo prima di essere risolto è quantomai confermata.
«Per i familiari – ha detto il parroco, don Gabriele Bongarzoni, nella sua omelia durante i funerali tenutisi ieri a Cagli – questa è una prova profonda. Tutti dovremo star loro vicini. Sappiamo però che Francesco giocherà a calcio in cielo, con gli angeli». Un bimbo che muore a 7 anni per una otite sfociata poi in encefalite, pare per l’assoluta mancanza di antibiotici “imposta” dall’omeopata Mecozzi alla famiglia di Francesco Bonifazi. Le parole del prete ieri hanno fatto piangere l’intera comunità raccolta attorno alla famiglia e agli amici del piccolo Francesco, vittima innocente di un’assurda “convinzione”.
In seguito ai funerali, parlando con l’inviata di Pomeriggio 5, il nonno del bimbo ha voluto ringraziare l’intera comunità: «Capisco e voglio ringraziare tutta la comunità che ha pregato per Francesco e vorremmo restituire qualcosa a livello di amore e servizi alla comunità con un progetto destinato ai bambini. Adesso non posso dirvi nient’altro».