Zona del Pollino, un territorio compreso nella Calabria del nord e nella Basilicata del sud. E’ in corso ormai da più di un anno un fenomeno che giustamente inquieta le popolazioni del luogo. Uno sciame sismico che ha fatto registrare in quindici mesi ben 517 scosse di terremoto di varia intensità. Nelle ultime ore poi se ne sono registrate un certo numero: l’ultima, anche la più intensa, ha raggiunto i 3,2 gradi della scala Richter ed è stata rilevata intorno alle 22 e 25 di ieri sera. Precisamente alle coordinate 39.914°N, 16.013°E e a circa dieci chilometri dai comuni di Castelluccio Inferiore, Rotonda, Viggianello (in provincia di Potenza) e di Laino Borgo, Laino Castello e Normanno, questi ultimi invece in provincia di Cosenza. Lo stesso Ingv, l’Istituto che segue i fenomeni sismici, ha deciso di aprire una indagine sul fenomeno sismico del Pollino. IlSussidiairo.net ha chiesto al professor Alberto Basili dell’Ingv di spiegare che cosa significhi questa indagine. “Non è allarme” ha detto “ma certamente è una zona ad alto rischio sismico”.
Professore, ci spieghi nel dettaglio questa indagine sul fenomeno sismico del Pollino.
L’Ingv segue i fenomeni sismici di tutta Italia con una rete di trecento sensori distribuiti su tutto il territorio. Una volta registrati i fenomeni, li comunichiamo immediatamente alla protezione civile. Nel caso del Pollino, abbiamo deciso di aumentare i sensori presenti in zona.
Quanti e a cosa servirà?
Si tratta di due nuovi sensori, una decisione presa proprio per l’alto numero delle scosse che abbiamo rilevato. Abbiamo deciso di aumentare il numero delle stazioni già nei giorni scorsi, e abbiamo installato due stazioni in più per seguire più nel dettaglio questa sequenza.Con queste due nuove stazioni riusciremo a determinare la localizzazione degli eventi con una precisione inferiore al chilometro. Seguiamo l’evolversi della situazione con molta attenzione.
Di solito uno sciame sismico si manifesta in seguito a una scossa di forte magnitudo, cosa che in questo caso non si è verificata.
In realtà i fenomeni sono di due tipi. La sequenza sismica standard comincia con una scossa principale seguita da un certo numero di repliche . In tal caso il fenomeno può essere abbastanza a lungo nel tempi.
E lo sciame sismico?
Si parla di sciame sismico quando manca la scossa principale all’inizio, ma si registra un alto numero di scosse, anche centinaia, senza che emerga quella che chiamiamo principale, che in genere arriva all’inizio. Ci sono diversi fenomeni analoghi in Italia a quanto sta succedendo nel Pollino, i più famosi sono quelli avvenuti sui Colli Albani vicino a Roma.
Il Pollino non sembra essere zona di grandi terremoti o è il contrario?
Il Pollino purtroppo è zona è ad alto rischio sismico. In genere tuta la parte degli Appenini calabri è ad alto rischio. Storicamente sono avvenuti terremoti molto forti; il Pollino si trova in mezzo ad altre due zone con più elevata attività, la zona a nord dove ci sono stati storicamente terremoti devastanti calcolati in magnitudo 7 e la zona sud, quella della Sila, dove si sono raggiunti i 6,5 gradi della scala Richter. Il Pollino è zona con attività sismica un po’ minore, ma comunque rimane nell’ambito di area pericolosa.
Aumentano i controlli, ma come sempre un terremoto è impossibile da prevedere.
Infatti, noi aumentiamo il controllo, siamo in condizioni di monitorare con più dettaglio ciò che avviene, ma non ciò che avverrà.