“Ci hanno chiesto di allontanarci”: è con queste parole che Simon Younes, medico e padre del piccolo Adam, ha raccontato alla Gazzetta di Parma lo spiacevole episodio nel quale lui e sua moglie, Olia Zdyrko, sono rimasti coinvolti mentre lei era intenta ad allattare il loro bambino, un gesto per molti naturale, ma per altri intollerabile, che avrebbe convinto un addetto alla sicurezza a intervenire per porre fine alla scena. Il dibattito sull’allattamento nei luoghi pubblici, quindi, si riapre con un nuovo – l’ennesimo – episodio di denuncia, un evento dal quale anche l’università di Parma ha preso le distanze. Di recente, anche Papa Francesco ha preso una posizione sull’argomento, chiedendo alle neomamme di allattare “liberamente come la Vergine Maria fece con Gesù”. Intanto, il Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Ateneo ha inoltre rilasciato una nota nella quale si annuncia un progetto denominato “Spazio famiglia”, dove “ciascun locale, che sarà riconoscibile per la presenza di appositi cartelli segnaletici, sarà dotato di una poltrona per l’allattamento e un fasciatoio per il cambio del pannolino. Saranno disponibili inoltre – si legge nel comunicato disponibile a questo link – servizi igienici e un’area attrezzata con giochi e materiali didattici”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
SUCCEDE ANCHE IN PARLAMENTO
Una applicazione dei regolamenti eccessiva e probabilmente fraintesa dalla stessa guardia giurata che ha ordinato a una studentessa che stava allattando il figlio a lasciare l’università perché poteva urtare la sensibilità degli studenti. Un atteggiamento zelante che sottintende la maliziosità degli studenti stessi, alla vista di un seno scoperto di una giovane donna, ma d’altro canto innumerevoli sono i casi di donne deputati che allattano durante sedute parlamentari, ad esempio la rappresentante di Forza Italia che si presentò al Parlamento europeo con il figlio neonato e si mise tranquillamente ad allattarlo, suscitando il plauso per il suo “indefesso attaccamento al dovere”. Certo, viene da chiedersi se sia così necessario portarsi il figlio in università a tutti i costi, cosa che potrebbe risultare poco igienica per il bambino stesso. Ma l’università ha già fatto sapere che la donna potrà farlo in futuro tutte le volte che vuole (Agg. Paolo Vites)
L’ATENEO CHIEDE SCUSA
Allattare in Università, davanti agli altri studenti, sarebbe stato sconveniente e avrebbe potuto urtare la loro sensibilità. Con queste motivazioni, una guardia giurata ha bloccato sul nascere la poppata ed ha invitato la studentessa e neo mamma 27enne ad allontanarsi dall’Ateneo. Un fatto senza dubbio “deplorevole”, come spiegato dallo stesso Ateneo che è intervenuto porgendo le proprie scuse ed annunciando “accertamenti” su quanto accaduto. Intervistato dal Corriere della Sera, il padre del piccolo, nonché il denunciante, si è sfogato asserendo: “Quella signora ha insistito così tanto che alla fine mi sono arrabbiato”. Poi ha proseguito, “Continuava a dire: ve lo chiedo gentilmente. Ma quale gentilezza c’è nel dirci che un’area universitaria ‘non è adatta a queste scene’? Che cosa c’è di non adatto nella scena di una madre che allatta il suo bambino?”, ha proseguito, puntando il dito sugli atteggiamenti della guardia giurata, intervenuta senza neppure salutare. Nonostante il triste episodio, i genitori hanno già annunciato che non saranno affatto propensi a cambiare le proprie abitudini. Ad intervenire, come spiega Il Fatto Quotidiano, è stata anche l’Assessore all’educazione e all’inclusione del Comune, Ines Seletti, che ha annunciato l’allestimento di alcuni spazi dedicati all’allattamento nelle strutture del Comune, ribadendo però la libertà di ogni mamma ad allattare liberamente in pubblico. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MAMMA 27ENNE CACCIATA DALL’UNIVERSITÀ MENTRE ALLATTA
Allattare in pubblico è sconveniente e potrebbe urtare gli studenti all’interno dell’Università: è quanto è accaduto a Parma dove una mamma, infermiera, di 27 anni è stata allontanata dal personale dell’Ateneo per aver cominciato ad allattare il bimbo nato dal rapporto con un medico 32enne, specializzando in fisiatria all’interno dell’Università parmense. A denunciare il tutto è proprio il suddetto padre, Simon Younes, che spiega come la moglie Olia Zdyrko era andata in biblioteca a prendere proprio il compagno quando il piccolo Adam (due mesi e mezzo) ha “reclamato” la normale fame di un neonato. Ma dopo l’inizio della poppata, una guardia giurata si è avvicinata e ha esclamato: «Non può allattare qui, pensi alla sensibilità degli studenti, si allontani». L’articolo-denuncia apparso sulla Gazzetta di Parma ha suscitato un certo qual scandalo non solo in città, arrivando ai maggiori organi di stampa nazionale. Con il padre medico letteralmente indignato per quanto successo in un istituto pubblico da lui frequentato da tempo: «una guardia giurata dal suo ufficio che, senza nemmeno salutarci, ci ha invitati a spostarci dicendo che non era una zona per l’allattamento dei neonati e che dovevamo considerare la sensibilità degli studenti, precisando che un’area universitaria non era adatta a queste scene».
LA REPLICA E LE SCUSE DELL’UNIVERSITÀ
Non poteva ovviamente mancare la risposta dell’ateneo dopo che l’articolo ha fatto parlare e molto nelle ultime ore: con una nota pubblicata sul sito dell’Università degli Studi di Parma, si legge tutto il dispiacere per quanto accaduto: «Saranno effettuati i doverosi accertamenti circa il deplorevole episodio, ribadisce e conferma la propria grande attenzione nei confronti dei diritti umani e sociali. Nella fattispecie, si ribadisce il principio secondo il quale l’allattamento al seno è il principale determinante di salute nei primi anni di vita: è doveroso da parte di ognuno, istituzioni in primis, promuoverlo e favorirlo, garantendo il diritto delle mamme di allattare liberamente». Per questo motivo il Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo ha deciso, in appoggio al Rettore Paolo Andrei, la creazione di 3 spazi all’interno dell’Università dove le studentesse, le dipendenti, ma anche le private cittadine che ne abbiano necessità, potranno allattare e accudire i propri bambini. Il progetto era già in atto negli scorsi mesi ma evidentemente il caso dell’allattamento ha “accelerato” tempi tecnici. «Con l’occasione, porgiamo le nostre scuse al papà e alla mamma che sono rimasti vittime di questo spiacevole episodio», prova a chiudere il caso l’Ufficio stampa dell’Università di Parma.