L’unica cosa che si sa dell’autopsia dell’uomo ritrovato morto in un campo è che è stato ucciso. Della sua morte si sono autoaccusate due ragazzine di 15 anni che sostengono di aver soffocato l’uomo a mani nude. Gli esami sono durati circa tre ore e sono stati diretti dal medico legale Carlo Moreschi, assistito da un tossicologo, alla presenza dei consulenti della difesa Giovanni Castaldo e Vicenzo De Leo. Il dottor Moreschi, uscendo dalla cella in cui si è svolto l’esame autoptico, si è limitato a un laconico “Ho riferito l’esito al pm Degrassi” e ha poi precisato che verranno eseguiti ulteriori analisi tossicologiche e istologiche nei prossimi giorni, i cui risultati saranno però pronti tra non meno di un mese. Nel frattempo, è trapelato un dettaglio che potrebbe dare una svolta alle indagini, il fatto cioè che sembra che le due ragazze avessero con sé, durate la fuga, il bancomat che la vittima teneva in macchina nel suo portafogli anche se non avrebbero fatto alcun prelievo, al contrario di quanto sostengono alcune fonti. L’ultima volta che la carta è stata usata risulta essere domenica mattina, verosimilmente dallo stesso Sacher, che avrebbe prelevato prima di incontrarsi con le due. Dà però da pensare che, negli ultimi tempi, sarebbero stati più numerosi che in passato i prelievi effettuati dal conto di Sacher, che godeva di una discreta pensione da ex dipendente delle Ferrovie. È stata resa nota anche la testimonianza dei due ragazzi di Pordenone che hanno convinto le due amiche a costituirsi, dopo averle incontrate mentre vagavano nella stazione di Mestre. Sonny Rizzetto, 21 anni, e Walter Wisdom, 18, si accorgono subito che la versione delle giovani, che sostengono di essere scappate di casa per andare a Firenze, non regge e riescono dopo poco a farsi raccontare la verità. “Sembrava si vantassero”, ha detto Rizzetto, pensando inizialmente a uno scherzo ma poi, continua, “Le abbiamo convinte ad andare dai carabinieri anche se loro non volevano. Le abbiamo accompagnate noi in macchina”. Attualmente le 15enni sono in stato di fermo in una struttura protetta per minori.