Non è la prima volta che accadono casi del genere, ci ricordiamo ancora delle due gemelline svizzere portate via dal padre dopo la separazione con la moglie e scomparse insieme a lui in circostanze misteriose, sicuramente uccise. Purtroppo spesso quando una coppia si separa, si vuole punire l’ex coniuge uccidendo i figli, una sorta di visione traumatizzata non solo vendicativa, ma di potere assoluto sul figlio, del tipo: io ti ho creato, tu mi appartieni e io ti distruggo (uccido) quando voglio. E si cerca di scaricare ogni colpa del fallimento della relazione sull’altro dei due: mi hai costretto a uccidere nostra figlia. Un nuovo episodio del genere è accaduto lo scorso ottobre in Inghilterra, di cui la stampa inglese si è occupata solo ora che i contorni sono stati definiti ed èi iniziato il processo. Paul Hogan, sposato con una moglie giovanissima appena ventenne, Cody-Anne Jackson, dopo un periodo difficile aveva deciso di lasciare la moglie, almeno per un certo periodo. Una settimana dopo soltanto accade l’impensabile.
Cody-Anne uccide soffocandola fra due cuscini la figlia avuta con il marito, Macey di 2 anni, e manda all’uomo una fotografia della bimba sorridente scattata giorni prima con questo terribile e angosciante messaggio: “Scusa, ma ho pensato che ti meritavi un’ultima foto e un ricordo di lei”. Poi tenta il suicidio. Il mattino dopo Paul telefona a casa ma non risponde nessuno, chiama così la polizia che si trova davanti la scena: la bambina morta soffocata nel lettone con accanto la madre con ferite di coltello ma ancora viva. Su un tavolo un biglietto di addio: “Siedo qui pensando di uccidere mia figlia e poi di uccidermi. Non voglio lasciarmela dietro ma non posso ugualmente andarmene da sola. Non rimane nulla per me e per Macey”. Ecco la volontà onnipotente del genitore che decide la sorte del figlio: non lo lascerò vivere senza di me. Nei giorni precedenti all’omicidio la giovane donna aveva inondato il marito di messaggi telefonici, da cui si è dedotto che la donna, trovatasi improvvisamente da sola, non riusciva a superare il trauma, e si era convinta da sola che il rapporto con il marito non si sarebbe mai più potuto recuperare. Il processo nei confronti della donna è appena cominciato.