Italia sempre pronta a recepire le direttive europee, anche quando non se ne capisce l’effettivo bisogno. Quest’ultima relativa alle automobili, impone un nuovo certificato di revisione (quello già in atto evidentemente non bastava), un attestato cartaceo che dichiari, dopo apposito esame di officine e centri autorizzati, la validità “tecnica” della nostra auto. Verranno dichiarati i chilometri effettuati ogni anno e una valutazione complessiva dello “stato di salute” del mezzo. Quella che fino a oggi si è chiamata revisione insomma ed esattamente come con la revisione annua permetterà di dichiarare tutti gli “esami” svolti e lo stato della macchina con una trasmissione automatica al ministero dei trasporti dei dati. L’esito della revisione fino a oggi veniva segnata sul libretto, il quale, ovviamente, veniva controllato in caso di fermo delle autorità predisposte. Ci si può immaginare la trasmissione al ministero di milioni di dati da verificare. Le eventuali carenze saranno segnalate da lievi, gravi a pericolose con multe fino a 680 euro. Come detto, sarà riportato il numero effettivo dei chilometri fatti, che spesso venivano manomessi dichiarandone di meno (cosa che previo “accordo” si potrà fare comunque).
IL PROPRIETARIO E’ GARANTE DELL’AUTO
Viene istituita inoltre una responsabilità per il proprietario dell’auto, che diventa ora garante dello stato della sua vettura, anche in caso di manomissioni. Con la direttiva Ue, i controlli saranno uguali in tutti i paesi membri della comunità. La Direttiva poi fa capire chiaramente che le revisioni che si effettuano per legge dal 2000, affidate spesso a centri privati autorizzati, erano spesso falsificate. Adesso il personale addetto dovrà “possedere un livello elevato di capacità e di competenze”, acquisito tramite “una formazione iniziale e corsi periodici di aggiornamento o un esame appropriato”. Resta solo invariato il tempo tra una revisione e l’altra, di quattro anni dopo la prima immatricolazione, quindi ogni due. Secondo uno studio, in Italia il 20% delle vetture private in circolazione è privo di revisione, per un totale di 7 milioni e mezzo di vetture. Al primo posto con il 40,7% di macchine non revisionate, la Campania. Intanto ci si chiede come mai tanti mezzi pubblici e a uso di forze di polizia, dell’esercito e carabinieri circolano con vetture altamente inquinanti.