Gli Stati Uniti voltano pagina con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ma tengono comunque banco le condizioni di salute di Joe Biden, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni di alcuni suoi collaboratori che alimentano nuovamente le voci sul declino cognitivo del presidente uscente. Probabilmente proprio l’addio dalla scena di Biden sta spingendo molte persone a uscire allo scoperto riguardo le facoltà mentali, messe in discussione già nei mesi scorsi. Ad esempio, Mike Johnson, il presidente della Camera, ha dichiarato di aver appreso in maniera sconcertante da Biden che non aveva emesso un ordine esecutivo che in realtà aveva firmato mesi prima.
L’ordine era stato annunciato il 26 gennaio dell’anno scorso e riguardava le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL). Johnson ha rivelato in un’intervista a Bari Weiss per Honestly di aver chiesto a Biden perché avesse fermato le esportazioni di GNL in Europa, visto che era molto richiesto dagli alleati, impegnati in quel momento nel rendersi sempre più indipendenti dal gas russo.
IL COLLOQUIO TRA JOHNSON E BIDEN
Di fronte a quella domanda, Biden avrebbe espresso stupore, affermando di non averlo fatto. Una risposta che sbalordì Johnson. “Non sapeva davvero cosa avesse firmato e sono uscito da quell’incontro con paura e disgusto perché ho pensato: ‘Siamo in guai seri, chi sta guidando il Paese?’. Non so chi gli abbia messo davanti il foglio, ma lui non lo sapeva“.
Il retroscena era stato rivelato in precedenza dal Wall Street Journal, che però si era basato su fonti anonime, mentre ora c’è la testimonianza dello speaker della Camera Usa. “Posso farle una domanda? Signore, perché ha sospeso le esportazioni di GNL verso l’Europa? Il gas naturale liquefatto è molto richiesto dai nostri alleati. Perché lo ha fatto? Perché capisce che abbiamo appena parlato dell’Ucraina, capisce che sta alimentando la macchina da guerra di Vladimir Putin, perché devono rifornirsi di gas da lui“, incalzò Johnson. “Non sono stato io“, la risposta di Biden.
“Signor Presidente, sì, l’ha fatto. È stato un ordine esecutivo di circa tre settimane fa“. Ma di fronte a queste parole di Johnson, Biden avrebbe continuato a negare. A quel punto, gli suggerì di chiedere al segretario di stampare l’ordine esecutivo per leggerlo insieme. Così Biden ricordò di averlo firmato e Johnson capì che il presidente non mentiva, semplicemente non ricordava. “Non sapeva davvero cosa aveva firmato“.
IL “MURO” A PROTEZIONE DI BIDEN
Le rivelazioni di Mike Johnson fanno seguito a un articolo del New York Times che cita oltre due dozzine di persone vicine a Biden, dagli assistenti ai colleghi legislatori, passando per i donatori, in merito alla gestione del declino cognitivo del presidente. Pare che i suoi assistenti abbiano riprogrammato alcune riunioni in base all’umore del presidente e avrebbero ritardato la condivisione di informazioni negative fino a quando non fossero riusciti a trovare il modo di renderle più “gradevoli”.
Inoltre, Biden si sarebbe circondato di collaboratori quando doveva prendere l’elicottero presidenziale, per non sembrare fragile davanti alle telecamere. Ma è emerso anche che aveva bisogno del ‘gobbo’ anche per discorsi durante piccole raccolte fondi in case private, con i donatori costretti a presentare le domande prima degli interventi. Inoltre, è stata anche ‘accorciata’ la scala per salire sull’Air Force One presidenziale per evitare il rischio di inciampare davanti alle telecamere. Qualsiasi membro della stampa che suggerisse eventuali incoerenze da parte di Biden veniva rimproverato pubblicamente.
EXCLUSIVE: @SpeakerJohnson tells @BariWeiss that President Biden hasn’t been in charge for a while.
In January 2024, when Johnson and Biden were alone in the Oval Office, the president couldn’t recall an important executive order he had signed just three weeks earlier.
Johnson… pic.twitter.com/OEbLxKBQBF
— The Free Press (@TheFP) January 18, 2025