Da settimane si attende una svolta importante in merito al delitto di Gianna Del Gaudio, ex professoressa 63enne in pensione, sgozzata nella sua villetta di Seriate la notte del 26 agosto scorso. Per mesi è calato il silenzio attorno al caso, dando l’impressione di un brusco stop nelle indagini, come denunciato dal figlio della vittima, Paolo Tizzani. Quest’ultimo, intervistato dal settimanale Giallo aveva denunciato la lentezza nel lavoro degli inquirenti ed auspicava che le indagini avessero finora battuto tutte le strade percorribili e non unicamente quella che porterebbe al padre Antonio Tizzani, ad oggi il solo indagato a piede libero per l’omicidio della madre.
Il sentore, come annunciava il medesimo settimanale specializzato in cronaca nera, era quello di un’imminente chiusura delle indagini che avrebbe portato ad una importante decisione da parte del magistrato. A lui, infatti, con la conclusione dell’inchiesta sarebbe spettato decidere se stralciare definitivamente la posizione di Antonio Tizzani, rinviarlo a giudizio o arrestarlo.
Una conclusione, qualunque essa sia, alla quale il magistrato giungerà solo dopo aver raccolto i necessari elementi contro o a favore dell’unico indagato, la cui posizione continua tuttavia a contemplare non pochi dubbi. Ma, a distanza di oltre otto mesi dall’inizio del giallo, quali sono le novità sul delitto di Gianna Del Gaudio?
Da parte degli inquirenti continua a non trapelare alcuna informazione sul giallo dell’ex professoressa uccisa a Seriate, ma a fare un’attenta analisi di ciò che potrebbe a breve accadere è stata la criminologa Roberta Bruzzone, sempre tramite le pagine dell’ultimo numero di Giallo. L’esperta, a differenza delle precedenti indiscrezioni, non crede affatto che i tempi siano maturi affinché si possa procedere ad una conclusione delle indagini sull’omicidio di Gianna Del Gaudio. La Bruzzone ha ricordato come nella villetta di Seriate, la sera di fine agosto, mentre la donna veniva sgozzata con un fendente alla gola, ci fosse solo il marito 68enne, ex ferroviere anche lui in pensione. Era stato lo stesso Antonio Tizzani a riferire sin da subito la tesi del presunto (quanto fantomatico) uomo incappucciato, versione che a detta della criminologa, avrebbe destato dalle prime fasi dell’inchiesta numerose perplessità presso gli inquirenti.
“Ritengo che gli elementi ad oggi disponibili non siano ancora sufficienti per procedere con la chiusura delle indagini in vista di una possibile richiesta di rinvio a giudizio”, ha commentato la nota criminologa. La stessa ritiene improbabile anche una eventuale archiviazione da parte della Procura, ma al tempo stesso, gli elementi attualmente a disposizione sarebbero così scarsi anche per una richiesta di misura cautelare a scapito dell’indagato, nonostante non siano emerse prove a sostegno della sua tesi. Quasi certamente, dunque, sempre secondo il parere di Roberta Bruzzone, potrebbe essere chiesta una proroga delle indagini mirate alla raccolta di ulteriori elementi in grado di completare l’impianto probatorio e sostenere l’accusa in vista di un possibile processo.